Gli scavi clandestini nei pressi del sito archeologico di Oplontis, antica Torre Annunziata, erano in corso da tempo, mirando a trafugare opere d’arte dalla Villa di Poppea, una magnifica domus del I secolo a.C. associata a Poppea Sabina, moglie di Nerone. La villa è famosa per i suoi mosaici, affreschi e statue di grande valore artistico.
I carabinieri del gruppo investigativo di Torre Annunziata, in collaborazione con la sezione di polizia giudiziaria della procura oplontina, specializzata nella protezione del patrimonio culturale, hanno condotto un’operazione in un locale di corso Garibaldi, scoprendo tre tunnel utilizzati per scavi illegali. Questi tunnel, parzialmente franati ma ancora operativi, erano diretti verso il grande atrio decorato con affreschi della villa. Durante il blitz, sono stati sequestrati anche gli strumenti utilizzati per lo scavo, come attrezzi, areatori, materiali di puntellamento e recipienti contenenti lapilli.
Il proprietario del locale, un falegname di 53 anni senza precedenti penali, è stato denunciato per reati legati a opere illecite, secondo l’articolo 169 del codice dei beni culturali. I cunicoli trovati si trovavano subito a sud del grande atrio e dell’ampio giardino della villa, un’area dove erano già state rinvenute diverse sculture in marmo. È importante sottolineare che la parte occidentale della villa, nella quale vi è il potenziale ingresso principale, non era stata ancora oggetto di campagne di scavo archeologico.
L’intervento delle forze dell’ordine non solo ha impedito il saccheggio di opere d’arte di inestimabile valore, ma ha anche messo in luce il grave problema degli scavi clandestini che minacciano il patrimonio culturale italiano. La Villa di Poppea, con la sua storia e le sue meraviglie artistiche, rappresenta un tesoro da preservare per le future generazioni. Le operazioni di questo tipo sono fondamentali per la salvaguardia dei beni culturali, e l’attenzione delle autorità locali appare più che mai necessaria per combattere questa forma di criminalità.