Presentato a “Più libri più liberi” il libro “La Torre d’Amore” di Rachilde, curato da Marina Geat e pubblicato dalle edizioni Croce. L’evento ha attirato l’attenzione non solo per la bellezza del testo, ma anche per la rivalutazione di una scrittrice che, già alla fine dell’Ottocento, anticipava temi femministi e di fluidità di genere. Marina Geat ha spiegato che Rachilde, attraverso il suo pseudonimo, ha sempre cercato uno spazio per la sua voce in una società dominata dalla supremazia maschile, contestandola continuamente. Oltre al famoso romanzo “Monsieur Vénus”, “La Torre d’Amore” presenta una profonda lotta tra due uomini in un faro e un mare che rappresenta la vendetta per gli oltraggi verso il femminile, mostrando così una decostruzione che oltrepassa i limiti sessuali, riflettendo su umano e natura. Geat definisce l’opera “autentica Poesia”, auspicando un’ampia rivalutazione di Rachilde.
Un ruolo cruciale nel successo del libro è attribuito alla traduttrice Sara Concato, che ha descritto le sfide del suo lavoro, inclusa la necessità di restituire con precisione il linguaggio tecnico della Marina, e le complessità legate alle sfumature di genere tra italiano e francese. Ha dato particolare importanza all’adattamento delle sonorità del testo, essendo il mare rappresentato come femminile in francese, e ha cercato di mantenere la qualità poetica anche nella traduzione.
Durante l’evento, è stata letta alcune parti di “La Torre d’Amore” da Gilberto Scaramuzzo, il quale ha messo in evidenza la bellezza e l’intensità inquietante del testo. Jeanne Champagne, regista teatrale che ha adattato per la scena l’opera nel 1984, ha raccontato della forza viscerale del testo e del suo approccio immersivo, coinvolgendo sensorialmente il pubblico.
Infine, è emerso un dibattito sul termine “femminista” associato a Rachilde. Reine Prat ha sottolineato come le etichette possano risultare limitative, ma ha confermato che Rachilde ha subito un’azione di invisibilizzazione nel panorama culturale. Ha auspicato una continua pubblicazione delle sue opere, per contribuire a rompere gli stereotipi che ci condizionano.