La musica è essenziale nei film, in particolare nelle colonne sonore rock create per specifiche produzioni. Ho deciso di escludere i musical, le opere dedicate a band reali e colonne sonore basate su brani rock preesistenti. La selezione si concentra su film recenti, a partire dagli anni ’70. Alcuni esempi al limite di questa selezione includono “Detroit Rock City” (1999) e “Velvet Goldmine” (1998), che presentano artisti rock noti, ma con brani preesistenti. Private da questa lista ci sono film iconici come “Il laureato” (1968) con i brani di Paul Simon e “Aguirre, furore di Dio” (1972) con i Popol Vuh.
Colonne sonore eccezionali da ricordare includono “Cristiana F.” (1981) con David Bowie, “The Commitments” (1991), dove i personaggi fondano una band, e “Full Monty” (1997). Anche i film d’animazione, come “Quando soffiava il vento” (1986) e “Il re leone” (1994), vantano musiche di artisti come David Bowie ed Elton John.
Alcuni artisti rock, come Tom Waits e Nick Cave, hanno lavorato a colonne sonore memorabili. Un esempio è “Lawless” (2012) di Nick Cave, che ha collaborato con Mark Lanegan e Willie Nelson. Le colonne sonore di film come “Easy Rider”, “Pulp Fiction” e “Trainspotting” sono altri esempi significativi.
Tra i film che meritano menzione troviamo “Highlander – L’ultimo immortale” (1986), con i Queen, e “Singles – L’amore è un gioco” (1992), che cattura la scena grunge di Seattle. “Into the Wild” (2007), con la colonna sonora di Eddie Vedder, si distingue per l’impatto emotivo della sua musica. “Strange Days” (1995) è un film fantascientifico con una colonna sonora eclettica, inclusi brani di PJ Harvey e Tricky.
In Italia, film come “Tutti giù per terra” (1997), con le musiche del Consorzio Suonatori Indipendenti, dimostrano il legame tra rock e cinema. “Il corvo” (1994) ha una colonna sonora iconica con artisti come The Cure e Nine Inch Nails, mentre “Rumble Fish” (1983) vanta la colonna sonora esclusiva di Stewart Copeland.
Altri film degni di nota includono “Purple Rain” (1984) di Prince, “Philadelphia” (1993) con brani di Bruce Springsteen, e “O Brother, Where Art Thou?” (2000), che esplora il bluegrass con reinterpretazioni di canzoni tradizionali.