L’incontro tra Ursula von der Leyen e i capigruppo di PPE, Socialisti e Renew, tenutosi mercoledì 13 novembre, si è concluso senza un accordo sui vicepresidenti esecutivi della nuova Commissione europea e su alcuni commissari. Le fonti parlamentari hanno riferito che la mancanza di un’intesa potrebbe compromettere l’avvio della nuova Commissione dal 1° dicembre, come promesso dalla von der Leyen. Tra i nomi in discussione ci sono stati Raffaele Fitto (ECR) e Teresa Ribera (S&D), entrambi soggetti a veti incrociati.
La nomina di Olivér Várhelyi come commissario europeo per la Salute è stata criticata per le sue posizioni sui diritti riproduttivi e sessuali delle donne. Teresa Ribera, ministro della Transizione Ecologica, è stata attaccata dai Popolari spagnoli e da Vox per non aver evitato la tragedia di Valencia. Raffaele Fitto, benché accolto favorevolmente dal PD, ha visto opporsi il gruppo socialista a una sua vicepresidenza, temendo uno spostamento a destra della coalizione europea.
Per approvare i nomi, von der Leyen e i leader dei gruppi dovevano trovare un accordo, ma i Socialisti hanno accusato Manfred Weber di comportamenti irresponsabili e di aver compromesso un accordo democratico e pro-europeo. La minaccia di non votare in plenaria il nuovo collegio da parte dei socialisti si fa concreta, rischiando di mettere in discussione la maggioranza europeista che, a luglio, aveva sostenuto la riconferma della von der Leyen.
La premier Meloni ha criticato il PD su X, affermando che la delegazione dei socialisti, con il PD in prima linea, non ritiene che l’Italia meriti una vicepresidenza della Commissione. Ha sottolineato che i rappresentanti di sinistra non supportano un adeguato riconoscimento del contributo italiano a livello europeo. La situazione resta incerta e la necessità di un accordo tempestivo è evidente per evitare ritardi nell’insediamento della nuova Commissione.