Maurizio Gasparri, Capogruppo di Forza Italia al Senato, ha espresso la necessità che i giganti del web come Google, Facebook e Amazon inizino a pagare le tasse, evidenziando come la loro enorme redditività – 2000 miliardi di utili in dieci anni, pari al PIL dell’Italia – renda irrilevante l’imposizione fiscale attuale. Durante l’evento “Giornata dell’Economia di Forza Italia” il 5 ottobre a Milano, ha sostenuto che l’equilibrio economico è in pericolo, poiché i colossi digitali non contribuiscono adeguatamente, caricando invece il peso della tassazione su piccole imprese e famiglie oneste.
Gasparri ha accennato alla “global minimum tax” discussa dal governo italiano e alla difficoltà dell’Europa nell’applicarla. Ha sottolineato che le risorse devono essere recuperate dove ci sono reali profitti, quindi è fondamentale combattere l’evasione fiscale da parte di chi sfrutta il sistema senza contribuire. Gasparri ha inoltre presentato dati economici positivi, tra cui un tasso di occupazione al 62,2% ad agosto, un record storico per l’Italia, e un’inflazione scesa all’1,8% a settembre. Ha messo in evidenza come le entrate fiscali siano aumentate di 19 miliardi da gennaio a luglio 2023 senza aumentare le tasse, segno che certe politiche governative stanno spingendo i contribuenti a mettersi in regola.
Oltre al fisco, la giornata ha trattato temi come agricoltura, energia, competitività e innovazione, con interventi di esperti e rappresentanti di settore. Gasparri ha richiamato l’attenzione sul cambiamento del concetto di reddito di cittadinanza, promuovendo un approccio che valorizzi il lavoro piuttosto che la mera assistenza.
La “Giornata dell’Economia” ha visto la partecipazione di relatori importanti, tra cui i presidenti di Coldiretti e Confagricoltura, e alti funzionari del governo. L’evento, condotto da Giuseppe Brindisi, ha messo in evidenza le sfide economiche attuali e le strategie necessarie per affrontarle, sottolineando l’importanza di un sistema fiscale equo che coinvolga tutti i soggetti economici, compresi i colossi digitali.