Il gigante energetico russo Gazprom ha annunciato che interromperà le forniture di gas alla Moldova a partire dal 1 gennaio 2025. Questa decisione è il risultato di una disputa finanziaria con la repubblica moldava, che ha recentemente rieletto un presidente filoeuropeo, Maia Sandu. Gazprom ha dichiarato che ridurrà le consegne di gas naturale a zero metri cubi al giorno, a causa del “rifiuto della parte moldava di saldare i propri debiti”. Inoltre, il gruppo russo si riserva il diritto di prendere ulteriori misure, incluso il possibile annullamento del contratto di fornitura gas.
La situazione si inserisce in un contesto più ampio di tensioni in Europa orientale. Kiev ha annunciato che non rinnoverà il contratto che le consente di trasportare gas russo verso l’Europa tramite la sua rete di gasdotti, provocando potenziali ripercussioni per i paesi come Slovacchia, Moldavia e Ungheria, che dipendono fortemente dalle importazioni di gas russo.
In Moldova, il nuovo mandato di Maia Sandu è iniziato in un clima di preoccupazione, aggravato dalle accuse di ingerenza russa durante le elezioni. Il Parlamento moldavo ha così approvato uno stato di emergenza di 60 giorni, a partire dal 16 dicembre, in previsione dell’interruzione delle forniture di gas russo. La Moldova, con una popolazione di 2,6 milioni di abitanti e candidata all’adesione all’Unione Europea, sta cercando di garantire la propria sicurezza energetica in un periodo di crisi, aggravata dall’invasione russa in Ucraina.
Il debito che Gazprom reclama ammonta a circa 700 milioni di dollari (667 milioni di euro) e non è riconosciuto dalle autorità moldave. Questa controversia risale a prima dell’inizio della guerra in Ucraina ed è emersa a seguito di un aumento dei prezzi deciso da Mosca nel 2021. La precarietà della situazione energetica in Moldova rappresenta una sfida significativa in un contesto geopolitico delicato, segnato da tensioni tra Mosca e le nazioni europee filoeuropee.