Martedì prossimo, 19 novembre, dalle 18.30 alle 21, si inaugura la mostra ‘My generations’ allo Studio Stefania Miscetti di Roma, che presenta la cultura underground tra USA, Francia e Regno Unito, dalla collezione di Giancarlo Soldi. Questa mostra offre un’ampia e variegata selezione di materiali provenienti dalla collezione del regista e scrittore Giancarlo Soldi, mettendo in evidenza testimonianze prodotte tra il 1944 e il 1976. Così, il percorso espositivo include immagini, parole, suoni e video che offrono uno spaccato inedito della controcultura degli anni sessanta e settanta, concentrandosi su fenomeni come la beat generation, la psichedelia, il maggio francese e altre espressioni underground.
Tra i materiali mostrati, vi sono il menabò di un libro rifiutato dagli editori italiani e quaranta negativi della beat generation, alcuni inediti; riviste della beat generation come Beat Scene e City Light Journal; e riviste underground americane come Berkeley Tribe, The Other e Helix. Non mancano anche riviste psichedeliche inglesi come Oz e It, insieme a poster, foto e volantini dal Fillmore East di San Francisco e manifesti iconici del maggio ’68 a Parigi. Altri reperti includono poster e articoli di Time, Rolling Stone e Life, che abbracciano eventi da Woodstock a Katmandu, oltre a fumetti underground di San Francisco.
Giancarlo Soldi ricorda come, in gioventù, i suoi amici più grandi gli lasciassero eredità di materiali rari, come disegni e riviste, che rappresentavano storie significative della sua vita. La sua passione per la controcultura è cresciuta nel tempo, e così ha iniziato a collezionare foto, volantini e fanzine, con un focus particolare sui fumetti. Dopo aver riconosciuto l’importanza di conservare questi materiali, ha deciso di dedicarsi attivamente alla salvaguardia del suo archivio, impegnandosi a preservare questi tesori, che raccontano storie di un’epoca.
Soldi riflette sull’importanza di conservare filmati, foto e riviste, considerandolo un dono inaspettato. Attraverso questo lavoro, cerca di restituire il valore di questi reperti e l’essenza della controcultura, traducendoli in emozioni e legami che trascendono il tempo.