Il centro storico di Genova, rappresentato dai “caruggi,” è al centro di una crisi persistente che dura secoli, evidenziando le fragilità e le contraddizioni della città. Malgrado i ripetuti tentativi di ristrutturazione e recupero, il degrado e la criminalità continuano a prevalere, con le saracinesche chiuse che superano di gran lunga quelle aperte. La presenza della polizia e l’installazione di centri medici tra i vicoli indicano un tentativo di ripristinare la sicurezza, ma la realtà rimane complessa.
La storia del centro, che affonda le radici nei tempi dei Dogi e delle guerre tra famiglie nobiliari, non è mai stata completamente risolta, e il desiderio di trasformazione sembra sempre scontrarsi con una sorta di resistenza storica. Nonostante le buone intenzioni di sindaci e amministrazioni passate, i problemi persistono. Massimiliano Morettini, esperto di urbanistica, sottolinea come il cambiamento del porto medievale e il passaggio agli scambi commerciali moderni abbiano segnato un’epoca di declino per i caruggi.
Vi sono stati tentativi significativi di recupero, come il progetto del Porto Antico avviato da Renzo Piano negli anni ’90, ma molte delle aspirazioni non si sono tradotte in un reale miglioramento della condizioni del centro storico. I caruggi sono diventati il quartier generale di attività illecite e povertà, rendendo difficile per le iniziative culturali e di sviluppo prosperare. L’operazione di recupero ha rinsaldato solo parzialmente il legame tra le zone di Sarzano e Prè, ma altre aree rimangono problematiche.
Nonostante l’impegno di figure come Edoardo Benvenuto, che ha spostato la Facoltà di Architettura nella zona di Sarzano per salvaguardare parte della bellezza storica, il centro rimane vulnerabile. Le iniziative di recupero continuano a suscitare resistenza, come evidenziato dalla persistenza della prostituzione e dello spaccio nelle strade. I tentativi di migliorare la situazione, come il rinnovamento di Palazzo Reale o l’iniziativa dei commercianti e artigiani locali, hanno spesso faticato a ottenere risultati duraturi.
Oggi, il centro storico di Genova è descritto come un’area divisa tra tribù di residenti e attività illecite, dove i buoni tentano di prevalere sui cattivi. Gli anni ’90 hanno visto l’emergere di un regime di militarizzazione, ma anche l’assessore ha dovuto mediare per evitare uno scontro aperto. Questo bilancio tra sicurezza e vita quotidiana ha creato un clima di tensione che continua a perturbare la comunità.
In sintesi, il centro storico di Genova è un’area ricca di storia e potenziale, ma il suo futuro rimane incerto. Gli sforzi di recupero si sono scontrati con realtà difficili, e il rischio è che ciò che è considerato un tesoro della città possa continuare a rimanere nelle tenebre, bisognoso di una salvezza. La sfida rimane: salvare il centro storico per restituire a Genova una parte fondamentale della sua identità.