Genova e Liguria: ma la chiamano estate? Tutti agitati per le elezioni, i sondaggi danno sempre vincente la destra.
Non basta il messaggio di Sergio Mattarella all’ombra del nuovo ponte san Giorgio, nel giorno del sesto anniversario del crollo del Morandi, quarantatrè morti, la città spezzata, una ferita non rimarginata, neppure dalla rapidità della ricostruzione.
Non bastano le parole del sindaco Marco Bucci, del vice ministro Edoardo Rixi, che annuncia il varo della legge che proteggerà le vittime di sciagure come questa. Non bastano le parole del frate-vescovo Marco Tasca, un po’ tanto rituali.
La più efficace è come sempre Egle Possetti, rappresentante dei parenti delle vittime che fa l’unico discorso veramente politico della celebrazione, sottolineando come le riforme della giustizia devono tenere conto anche della tragedia del Morandi e del relativo processo. Se non ci fossero state le intercettazioni non si sarebbe scoperto l’indecente mercato dei mancati controlli e della fasulla manutenzione di Autostrade. Quindi…
A Genova non sembra sia estate.
I tempi della giustizia sul crollo del 2018 si allungano pericolosamente: 59 imputati e 375 testimoni, una perizia colossale. Che forse deve essere rifatta su richiesta della difesa, significa tempi sempre più allungati…
La chiamata estate non sembra essere una estate. Sembra piuttosto un’estate di rimpallo, di ansia, di attesa di notizie che non arrivano.
Lavori in corso da 15 anni: c’è il grisou
E come si dice chi più ne ha più ne metta, tra PNRRR, fondi europei e altri finanziamenti che assommano in blocco a sei miliardi.
La cifra che Bucci da anni sventola, per sottolineare che il futuro è grandioso e bisogna sopportare i cantieri, il traffico cittadino, la rivoluzione…
La città aspetta, come aspetta il presidente Giovanni Toti, che è scritturato per un memoriale che vuole far esplodere sotto la campagna e nel frattempo guida come un burattinaio le mosse dei suoi fedelissimi.
E’ una campagna elettorale che sembra perdutamente attaccata all’ipoteca di uno stillicidio di intercettazioni, che escono ininterrottamente dal 7 maggio.
A destra spunta Piciocchi
Il centro destra sembra avere inscenato uno di quei tornei medioevali con tanti campioni in corsa, sotto diverse insegne e bandiera e nessuno con la lanza più appuntita degli altri.
Lasciamo stare la sinistra, che ha subito messo in campo Andrea Orlando ex pluriministro.
Il postotismo sembra essere il grande favorito, con Ilaria Cavo e Marco Scajola i due preferiti dal presidente Toti.
Ma come influirà il processo in questa cavalcata, mentre sbucano già in epoca ferragostana i primi sondaggi e la corsa si stende ovviamente ai candidati consiglieri in una battaglia nella battaglia.
Genova e la Liguria aspettano, aspettano il Terzo Valico, il Water front, la funivia, la metropolitana, la superdiga foranea, il tunnel sub portuale, i nuovi ospedali, il tram in Valbisagno, l’abbattimento dell’Hennebique, un aeroporto che traffichi in grande e non nelle logiche piccole e modeste di gestioni locali senza respiro.