Gibellina è stata designata Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026 dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli, in una cerimonia tenutasi il 31 ottobre a Roma. Alla cerimonia erano presenti rappresentanti delle cinque città finaliste: Carrara, Gallarate, Gibellina, Pescara e Todi. Gibellina, risorta dopo il devastante terremoto del Belice del 1968, ha utilizzato l’arte come strumento di rinascita. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha accolto con entusiasmo la notizia, sottolineando che Gibellina rappresenta un simbolo di rinascita culturale e architettonica. La scelta del Comune evidenzia l’importanza storica e culturale della Sicilia nel panorama artistico nazionale e regionale.
Schifani ha anche evidenziato che questo riconoscimento offre opportunità per sostenere nuovi progetti che rafforzino l’identità culturale di Gibellina. La Regione si impegnerà a garantire risorse finanziarie per promuovere l’arte contemporanea e il territorio, affermando che il successo di Gibellina rappresenta anche un trionfo per tutta la Sicilia come terra di cultura e creatività. Dopo Agrigento, Capitale italiana della Cultura nel 2025, Gibellina ottiene un altro prestigioso riconoscimento, simbolo della ricchezza culturale dell’isola.
La designazione di Gibellina ha una forte connotazione di riscatto, considerando che il terremoto del 1968 distrusse completamente la città, uccidendo circa 150 persone. Il paese fu ricostruito a diciotto chilometri di distanza, diventando il museo en plein air più grande del mondo, grazie al contributo di numerosi artisti che hanno arricchito il paesaggio con sculture e architetture. Tra queste, spicca il Cretto di Alberto Burri, un’opera di land art che ricopre i ruderi della città. Al Museo Civico di Arte Contemporanea si possono ammirare opere di artisti renomati, come Accardi e Guttuso, che operarono a Gibellina durante il periodo della ricostruzione.
Durante l’estate, la rassegna Orestiadi continua la tradizione avanguardista della città, presentando spettacoli di teatro, poesia, arti visive e musica. L’enorme Cretto di Burri, visibile da lontano, contrasta con il paesaggio circostante e rappresenta un tributo alla storia della città. Il grande museo en plein air, creato sotto la guida del sindaco della ricostruzione, Ludovico Corrao, ha avuto lo scopo di restituire vita e senso agli spazi, aiutando gli abitanti a ricostruire la loro identità.