Giorgia Meloni ha utilizzato le sue comunicazioni alla Camera, in preparazione del prossimo Consiglio europeo, per attaccare vari avversari politici, in particolare la sinistra e il Movimento 5 Stelle. Riguardo ai centri in Albania, ha messo in discussione le posizioni della sinistra, chiedendo perché si oppongano con tanta energia al protocollo con l’Albania se lo considerano inutile. Ha insinuato che questa opposizione possa essere dovuta alla consapevolezza della potenziale efficacia del progetto.
Meloni ha quindi esposto la sua visione sull’immigrazione, affermando che se nessun Paese, specialmente nel Nord Africa, è sicuro, non si possono rimpatriare i migranti. Ha provocatoriamente proposto di costruire un ponte tra la Sicilia e il Nord Africa anziché il Ponte sullo Stretto, lasciando intendere che una volta che il Movimento 5 Stelle sarà al governo, potrebbero favorire un’immigrazione massiva.
Successivamente, ha criticato Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio, relativo agli investimenti nelle spese per la difesa. Ha sottolineato che non sono stati i suoi sforzi a impegnare l’Italia a raggiungere il 2% del PIL per il settore della difesa, ma quelli di Conte. La Meloni ha ribadito la sua coerenza, affermando di aver sempre sostenuto posizioni simili anche quando era all’opposizione.
In merito all’eventuale aumento di stipendio per i ministri non parlamentari, ha nuovamente colpito il Movimento 5 Stelle, rimarcando che alcuni membri dell’opposizione considerano eccessivo il compenso dei parlamentari. Ha esortato i colleghi a essere coerenti nelle loro proposte e ha rifiutato di ricevere lezioni di moralità da un gruppo che, secondo lei, ha speso soldi pubblici in modo discutibile, citando il finanziamento di 300 mila euro a Beppe Grillo.
Meloni ha concluso la sua arringa sottolineando che i fondi ricevuti dai gruppi parlamentari sono denaro pubblico, e ha quindi contestato le critiche ricevute, affermando la legittimità delle spese effettuate. La sua retorica si colloca chiaramente in un contesto di forte polarizzazione politica, cercando di giustificare le proprie scelte al governo e attaccare le contraddizioni degli avversari.