In un contesto internazionale sempre più violento, Alessandro Giuli, ministro della Cultura, ha sottolineato la necessità per l’Europa di rafforzare la propria autodifesa e di affrontare le autocrazie attraverso un processo di riarmo. Ha proposto l’idea di un “Eurobond Cultura” per finanziare la cultura e la ricerca, utilizzando parte dei fondi destinati alla difesa. Giuli ha richiamato l’attenzione alla proposta del governatore della Banca d’Italia riguardo alla mutualizzazione del debito, suggerendo che parte delle spese militari potrebbe essere destinata alla cultura, affinché le armi acquistate non vengano mai utilizzate.
Il ministro ha espresso l’importanza di utilizzare la cultura, i libri, il dialogo e la ricerca come strumenti per ottenere una maggiore sicurezza. Giuli ha messo in luce come l’Europa debba condividere il debito per diventare più sovrana e indipendente, suggerendo che una parte delle risorse per il riarmo possa essere spostata verso la cultura, una strategia per disinnescare il potenziale bellico.
Giuli ha anche parlato dell’insufficienza del budget europeo per la cultura, che dal 2014 al 2020 è stato di solo 1,47 miliardi di euro, cifra inadeguata rispetto alle necessità culturali. Anche se il budget è aumentato a 2,4 miliardi per il periodo 2021-2027, rimane comunque insufficiente. Ha così ribadito l’intenzione di mettere la cultura al centro dell’agenda politica sia del governo italiano che dei governi europei, evidenziando la necessità di un approccio sistemico e continentale.
A tal proposito, ha annunciato un intervento da 30 milioni di euro attraverso il decreto Cultura per sostenere le biblioteche, sottolineando l’importanza di colmare il divario tra centro e periferia. Giuli ha evidenziato che le biblioteche devono evolversi in spazi di socialità e interazione, utilizzando la tecnologia contemporanea, e non limitarsi a essere luoghi di lettura tradizionali. Ha concluso affermando che le risorse disponibili devono essere impiegate per promuovere la volontà di apprendimento e il piacere della cultura come fattore di coesione sociale, combattendo l’isolamento, e rendendo le biblioteche un’alternativa valida per stimolare la comunità.