A fine spettacolo, Giorgio Strehler spesso inviava lettere agli attori della sua compagnia per esprimere la sua opinione e riconoscere l’impegno profuso. Queste missive rappresentavano un premio morale, un modo per celebrare la fatica necessaria per realizzare un buon risultato teatrale, poiché il teatro è un momento unico e non ripetibile come il cinema. Giulia Lazzarini, attrice di punta al Piccolo di Milano e tra le favorite di Strehler, racconta il suo legame con lui in occasione della presentazione del documentario “Giulia mia cara! Giorgio”. Riconosce che ogni lettera ricevuta da Strehler aveva importanza e forniva conforto nel portare avanti spettacoli impegnativi.
Le lettere contenevano consigli significativi e personali, invitandola a ricordare tutto ciò che aveva appreso, sottolineando l’importanza della solitudine dell’attore in scena. Tra il 1950 e gli anni ’80, Lazzarini collaborò a lungo con Strehler, ma chiarisce che non era così severo come si racconta. Sottolinea l’importanza della sua guida nel complesso lavoro teatrale, enfatizzando che Strehler faceva teatro per dare un senso alla performance.
L’eredità di Strehler vive nel suo approccio al teatro, che non era un mero esibizionismo, ma un racconto che connetteva con il pubblico. Il suo stile critico richiedeva che il significato e il valore del lavoro teatrale fossero sempre presenti. Giulia Lazzarini distingue chiaramente il teatro dal cinema: l’attore in teatro è completamente presente, a differenza del cinema dove il risultato finale è distaccato dall’immediata esperienza.
Nonostante il suo lavoro principale sia stato in teatro, Lazzarini ha anche vissuto esperienze significative nel cinema, concludendo che lavorare con registi come Nanni Moretti è stato un grande insegnamento. Sebbene il cinema permetta più improvvisazione, il teatro richiede precisione e preparazione, essendo sempre di fronte al pubblico. Entrambe le arti, però, richiedono un impegno straordinario, una presenza costante e una passione autentica, rendendo la carriera di attore un compito arduo e stimolante.