Nel Bollettino della vittoria del 1918, il comandante supremo Armando Diaz celebra il successo della battaglia di Vittorio Veneto, sottolineando la partecipazione di numerose divisioni alleate: 51 italiane, 3 britanniche, 2 francesi, un reggimento americano e una divisione cecoslovacca. L’indipendenza della Cecoslovacchia è stata proclamata il 28 ottobre 1918 da Tomáš Garrigue Masaryk, creando uno Stato nuovo, composto da Boemia, Moravia, Slesia e Slovacchia, che avevano lottato per anni contro l’irredentismo slavo. Migliaia di cechi e slovacchi si unirono alle forze dell’Intesa, costituendo le Legioni cecoslovacche, con oltre 42.000 emigrati negli USA, 71.000 disertori e prigionieri nell’esercito zarista, e ulteriori unità con le forze serbe, inglesi e francesi.
L’italiana diffidenza verso i cecoslovacchi si supera grazie a Milan Rastislav Štefánik, e nel 1917 nasce un’unità strutturata. Nel 1918, il governo italiano riconosce ufficialmente i legionari come parte integrante del Regio Esercito, assegnando loro due divisioni sotto il comando del generale Andrea Graziani, noto per le sue severe punizioni. I legionari si distinguono nel battesimo del fuoco a Losson, durante la Battaglia del Solstizio del giugno 1918, combattendo valorosamente nonostante il rischio di cattura da parte delle forze austro-ungariche, che giustiziano i prigionieri come traditori.
A giugno 1918, il tribunale austriaco giustizia diversi legionari per alto tradimento, infliggendo severe punizioni. Altri leggendari ribelli vengono impiccati in pubblico come monito. Monumenti commemorativi sono stati eretti in loro onore in diverse località italiane. La Banca dei legionari a Praga celebra la memoria dei cecoslovacchi con i nomi dei luoghi di battaglia scolpiti nella sua facciata.
Durante il periodo comunista in Cecoslovacchia, i legionari furono considerati sospetti, specialmente quelli che avevano lottato contro i bolscevichi. Nel ricordare il 4 novembre, giorno della vittoria e delle Forze Armate, è importante onorare il contributo dei soldati cecoslovacchi all’unità nazionale italiana, che si manifestò con orgoglio in piazza Venceslao. Il generale Štefánik, figura prominente e patriota, morì tragicamente in un incidente aereo nel 1919 e riposa con il suo equipaggio nella sua città natale.