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mercoledì, 8 Gennaio, 2025
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Gonzalez alla Casa Bianca: Maduro furioso e il sostegno dell’esercito

Il leader dell’opposizione venezuelana, Edmundo Gonzalez Urrutìa, ha avuto un incontro alla Casa Bianca con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, prima dell’insediamento contestato di Nicolas Maduro per un terzo mandato. Durante l’incontro, Biden e Gonzalez hanno affermato che la vittoria elettorale di Gonzalez deve essere rispettata attraverso un ritorno pacifico a un governo democratico. Entrambi hanno manifestato preoccupazioni riguardo all’uso della repressione da parte di Maduro contro manifestanti pacifici e attivisti per la democrazia. Gonzalez ha ringraziato il governo statunitense per il sostegno nella lotta per la democrazia in Venezuela.

In risposta, il governo di Maduro ha condannato il supporto statunitense a Gonzalez, definendo grottesca l’insistenza del governo Biden su un progetto violento, mentre il Paese affronta sfide politiche e sociali. Maria Corina Machado, un’altra leader dell’opposizione, ha indetto manifestazioni il 9 gennaio, prima dell’insediamento presidenziale. Urrutia ha affermato che sta raccogliendo sostegno internazionale per questa scadenza e ha indicato incontri con rappresentanti di Trump, futuro presidente.

L’incontro tra Gonzalez e Biden, durato circa 30 minuti, non era programmato ufficialmente ed è stato descritto da Gonzalez come “fruttuoso”. Biden ha ribadito che deve esserci una transizione pacifica verso un governo democratico in Venezuela. Nel contesto delle tensioni politiche, l’esercito venezuelano ha dichiarato di non riconoscere Gonzalez come presidente, con il generale Vladimir Padrino che ha affermato la fedeltà a Maduro.

Le forze di sicurezza sono state dispiegate a Caracas in previsione della cerimonia di insediamento di Maduro, con l’opposizione che incita alla mobilitazione. Urrutia ha espresso l’intenzione di tornare in Venezuela, mentre il governo avverte che verrà arrestato se farà ritorno. Maduro ha anche attaccato il governo argentino, accusandolo di essere coinvolto in piani violenti contro il Venezuela, senza però presentare prove. Le tensioni continuano a crescere in vista dell’insediamento, previsto per il 10 gennaio, mentre le accuse tra i due governi si intensificano.

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