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martedì, Ottobre 8, 2024
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Guerra dei Dazi: La Cina Introduce Misure Antidumping sul Brandy

Il Ministero del Commercio cinese ha annunciato l’imposizione di misure antidumping provvisorie sulle importazioni di brandy dall’Unione Europea, a partire dall’11 ottobre, in seguito alla decisione della Commissione Europea di tariffare le importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. Gli importatori di brandy saranno obbligati a versare depositi di sicurezza alle dogane cinesi. Questa decisione giunge dopo che la Cina aveva inizialmente dichiarato di non voler applicare queste misure, nonostante l’indagine avesse rivelato che i produttori europei vendevano il liquore con margini di dumping tra il 30,6% e il 39%.

L’indagine, avviata a gennaio, ha evidenziato che tali pratiche di dumping rappresentano una minaccia per l’industria del brandy in Cina. A luglio, le autorità cinesi hanno analizzato gli effetti delle importazioni di brandy europeo, segnalando un approccio selettivo in risposta alle tariffe imposte dall’Europa. Le eventuali tariffe applicate al brandy avrebbero comunque avuto un impatto limitato sulla Spagna, poiché le vendite di brandy verso la Cina rappresentano solo lo 0,2% delle esportazioni totali spagnole di alcolici nel 2023.

Secondo i dati delle dogane, nel 2023 la Cina ha importato 43,31 milioni di litri di brandy. Contemporaneamente, la Cina ha avviato altre indagini antidumping su prodotti come latticini e carne di maiale provenienti dall’UE, in risposta alle tensioni commerciali con l’Europa. Dopo nove mesi di indagini, Bruxelles ha suggerito un aumento dei dazi doganali per le auto elettriche, a causa del sostegno statale cinese a queste aziende.

Le raccomandazioni della CE prevedono diverse tasse a seconda del livello di sussidi statali ricevuti dai vari marchi: una tassa del 7,4% per BYD, del 20% per Geely e del 38,1% per SAIC. Anche i marchi occidentali che producono in Cina, come Tesla, Dacia e BMW, sarebbero soggetti a una tassa del 21%. La Francia ha espresso il proprio sostegno alla proposta della CE, considerandola “proporzionata e calibrata”, una posizione che differisce da quella della Germania, che sembra avere una visione diversa sulle imposte da applicare.

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