I mercati finanziari oggi stanno tentando un rimbalzo dopo la flessione di ieri, stimolati da dati positivi sul mercato del lavoro negli Stati Uniti, che hanno ridotto le aspettative sui futuri tagli dei tassi da parte della Fed. I trader sono in attesa dei dati sull’inflazione di domani. In Asia, i mercati mostrano tendenze miste, con i rendimenti dei Treasury a 10 anni che sono scesi sotto il 4,8%. I future a Wall Street e in Europa sono positivi, dopo un recupero a New York, con il Dow Jones in aumento dello 0,86% e l’S&P 500 dello 0,16%, mentre il Nasdaq è sceso dello 0,38% a causa della vendita di titoli tecnologici come Nvidia, Apple e Meta.
I prezzi del petrolio si sono stabilizzati, dopo aver toccato un massimo a New York, nonostante le nuove sanzioni statunitensi sulle esportazioni di petrolio russo, che hanno sollevato preoccupazioni sulle interruzioni delle forniture. In Cina, i mercati azionari sono saliti di oltre il 2%, incoraggiati da notizie su un possibile piano dell’amministrazione Trump di incrementare gradualmente i dazi. Tuttavia, l’attenzione è rivolta ai prossimi indicatori economici cinesi, tra cui il PIL e i dati sulla produzione industriale e le vendite al dettaglio.
In Giappone, la Borsa di Tokyo ha mostrato una flessione di quasi il 2% in attesa di possibili aumenti dei tassi dalla BoJ. I future a Wall Street rimangono positivi, nonostante nuove regole sulle esportazioni di chip per l’intelligenza artificiale imposte dall’amministrazione Biden. Questi controlli si estendono a circa 120 paesi. Sul mercato valutario, l’indice del dollaro ha raggiunto il massimo dal novembre 2022, con l’euro vicino alla parità. Le previsioni indicano un solo taglio dei tassi Fed quest’anno e non ci aspettano riduzioni; l’aspettativa si sta orientando verso un possibile aumento dei tassi in risposta a un aumento dell’inflazione.
Domani inizierà la stagione delle trimestrali a New York, con le big bancarie pronte a riportare utili significativi. Si attende anche la pubblicazione dei dati sui prezzi alla produzione, accompagnati dagli interventi di membri della Fed. I mercati europei, a fronte della debolezza dell’economia, prevedono tre o quattro tagli dei tassi da parte della BCE. Questo scenario ha spinto a un indebolimento dell’euro e della sterlina. I titoli di Stato britannici hanno mostrato un aumento nei rendimenti a 10 anni, riflettendo le preoccupazioni per l’economia del Regno Unito.