Il Governo Meloni ha introdotto tre bonus destinati a offrire un supporto economico ai dipendenti per spese legate a mutuo, affitto e auto. Questi aiuti non sono considerati bonus automatici, poiché la loro concessione dipende dai datori di lavoro mediante fringe benefit, che rappresentano beni o servizi aggiuntivi rispetto allo stipendio. La Legge di Bilancio 2024 ha apportato modifiche significative riguardo a questi benefici, innalzando la soglia di non imponibilità. La nuova soglia è di 1.000 euro per tutti i dipendenti e di 2.000 euro per quelli con figli a carico, permettendo così ai datori di lavoro di offrire tali benefici senza aumentare il carico fiscale.
Dal 2024, le tipologie di spese rimborsabili sono state ampliate per includere le utenze domestiche, le spese per l’affitto e gli interessi sul mutuo della prima casa, oltre ai costi delle auto aziendali. Per richiedere i bonus, i lavoratori con figli a carico devono presentare una semplice dichiarazione, inviandola al sostituto d’imposta, mentre i datori di lavoro devono conservare la documentazione per eventuali controlli.
La possibilità di rimborsare le spese per affitto e mutuo come fringe benefit esentasse consente ai dipendenti di ricevere indennizzi senza tassazione, mantenendo il limite di 1.000 euro e 2.000 euro per chi ha figli. L’uso di auto aziendali rimane un fringe benefit comune: le aziende possono concedere veicoli per uso lavorativo o buoni benzina, con il valore del beneficio calcolato sull’uso personale e soggetto a tassazione secondo le normative.
Infine, nel 2025 potrebbe esserci una novità, con il Governo che sta considerando l’estensione della soglia di rimborso a 2.000 euro per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla situazione familiare. La Segreteria di Stato sta analizzando la disponibilità di fondi per implementare questo cambiamento. Questi sviluppi mirano a migliorare il benessere economico dei lavoratori, sostenendo le spese quotidiane e stimolando, nel contempo, il potere d’acquisto.