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giovedì, 12 Dicembre, 2024
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Gulnur Mukazhanova in Mostra alla Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia ha inaugurato la mostra “Gulnur Mukazhanova. Memory of Hope” a cura di Luigia Lonardelli, che rimarrà aperta fino al 10 febbraio 2025 presso la Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian. Questa mostra segna la seconda fase del Progetto Speciale dell’Archivio Storico, intitolato “È il vento che fa il cielo. La Biennale di Venezia sulle orme di Marco Polo”, in occasione dei 700 anni dalla morte dell’esploratore veneziano. Istanbul sarà la prossima città coinvolta nel progetto nell’autunno del 2025.

La prima tappa del progetto si è svolta a Hangzhou con la mostra “Il sentiero perfetto”, che ha messo in luce artisti cinesi contemporanei. La mostra di Venezia invece si concentra sulle esplorazioni di Niccolò e Matteo Polo, che attraverso il Kazakhstan iniziarono a tracciare percorsi verso Oriente. Le regioni desertiche al confine euroasiatico hanno storicamente rappresentato un punto di connessione tra Europa e Asia.

Gulnur Mukazhanova, l’artista protagonista della mostra, è originaria del Kazakhstan e vive a Berlino da oltre dieci anni. La sua arte tessile combina lana, seta e tessuti antichi con motivi orientali, creando un’opera che esplora l’armonia tra elementi diversi. La curatrice Lonardelli descrive come l’intervento di Mukazhanova trasformi la Sala delle Colonne, armonizzando lo spazio attraverso una narrazione visiva che richiama l’idea di un’acqua fluente, ispirata al drago-serpente dell’Asia.

Mukazhanova appartiene a una generazione di artisti che ha esposto nel Padiglione Asia Centrale. La sua arte riflette l’identità in evoluzione del Kazakhstan post-sovietico, abbracciando la complessità delle influenze visive a cui è stata esposta. Le sue opere uniscono tradizioni nomadiche e tessuti sovietici con materiali cinesi, creando combinazioni materiche e cromatiche innovative che richiamano le vastità delle steppe euroasiatiche.

In concomitanza con questa mostra, l’artista di Istanbul Cevdet Erek ha progettato un palco presentato presso il Laboratorio delle Arti. Erek trae ispirazione dallo spazio di ricovero per imbarcazioni, creando un’architettura che evidenzia la struttura temporanea di Amfibio, un luogo di sosta e condivisione che riflette un’identità in transito. Il progetto ha un design grafico che utilizza forme geometriche tridimensionali a simboleggiare il viaggio e il progresso.

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