Svolta nelle indagini sulla morte di Aurora, una ragazza di 13 anni, precipitata dal settimo piano di un palazzo a Piacenza. La vicenda ha preso una direzione drammatica dopo che un testimone chiave ha dichiarato di aver visto il fidanzato 15enne di Aurora spingerla oltre la ringhiera del balcone. Il ragazzo è stato fermato con l’accusa di omicidio. Gli inquirenti hanno ricostruito che, prima di cadere, Aurora ha tentato disperatamente di aggrapparsi alla ringhiera, ma il fidanzato l’avrebbe colpita ripetutamente nel tentativo di farla cadere. Inoltre, è emerso che il 15enne portava con sé un cacciavite di 15 centimetri.
Inizialmente indagato a piede libero, il fidanzato è stato successivamente arrestato dopo un interrogatorio che ha evidenziato elementi aggravanti a suo carico, portando la Procura minorile di Bologna a emettere un provvedimento restrittivo. La famiglia di Aurora ha espresso un senso di sollievo per il fermo del ragazzo. La madre ha confermato i suoi sospetti, e la sorella della vittima ha accusato pubblicamente il giovane di non credere a un possibile suicidio o a un incidente.
L’autopsia sul corpo di Aurora ha rivelato un trauma cranico compatibile con una caduta. Si attendono i risultati degli esami istologici e dei tamponi di ricerca genetica effettuati dal medico legale. Un’altra testimone, un’amica di Aurora, ha riferito di avere visto il fidanzato strattonarla in un episodio avvenuto settimane prima, e ha contattato i familiari per mostrare delle foto che attesterebbero la scena. Inoltre, è emerso che ci sarebbero video che mostrano il 15enne aggredire Aurora in un’altra occasione.
La comunità scolastica è in lutto per la perdita della ragazza, che era una studentessa del primo anno del liceo Colombini, e non aveva ancora compiuto 14 anni. La preside ha espressamente dichiarato il disorientamento e il dolore profondo provato dalla scuola e dai compagni, sottolineando l’importanza delle prime amicizie che Aurora stava cominciando a costruire. La tragedia ha colpito non solo la famiglia, ma anche l’intera comunità scolastica, lasciando un senso di impotenza di fronte a una realtà così drammatica.