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I 427 giorni ‘turbulenti’ del primo governo D’Alema: l’unico post-comunista a Palazzo Chigi

Ventisei anni fa, il governo guidato da Massimo D’Alema ottenne la fiducia al Senato con 188 voti favorevoli. D’Alema, primo ex esponente del Partito Comunista a ricoprire tale carica, rimase in carica per un anno, due mesi e un giorno. La sua nascita avvenne a seguito della crisi del governo di Romano Prodi, che, dopo aver perso l’appoggio di Rifondazione Comunista, si vide costretto a dimettersi. Il Presidente della Repubblica, Scalfaro, affidò un pre-incarico a D’Alema, consapevole della delicatezza della situazione internazionale e del processo di costruzione dell’euro. D’Alema formò un governo con il sostegno di una maggioranza composta dai gruppi parlamentari dell’Ulivo, dei Comunisti Italiani e dell’UDR, ricevendo poi l’incarico completo per governare.

Il governo D’Alema I si caratterizzò da subito per una serie di difficoltà. Uno dei primi punti controversi fu l’arrivo a Roma del leader curdo Abdullah Öcalan, la cui estradizione in Turchia venne rifiutata, suscitando polemiche. Tuttavia, le sfide maggiori furono quelle legate alla politica internazionale, in particolare l’intervento NATO in Jugoslavia. D’Alema autorizzò l’uso dello spazio aereo italiano per i raid, scatenando una spaccatura sia all’interno del governo sia tra l’opinione pubblica. D’Alema sostenne che era moralmente giusto intervenire, rifiutando di relegare l’Italia a un ruolo passivo.

In campo economico, il governo continuò il processo di privatizzazione avviato da Prodi, con operazioni significative come la cessione di quote di Enel e dell’Iri in Autostrade. A maggio 1999, Carlo Azeglio Ciampi fu eletto Presidente della Repubblica anche grazie al sostegno di D’Alema. Un mese dopo, alle elezioni europee, il nuovo partito “I Democratici” ottenne buoni risultati, portando a un rimpasto di governo necessario per riflettere i cambiamenti nel Parlamento.

Dopo due mesi di stallo, il nuovo governo D’Alema II non riuscì a placare le tensioni interne e, in seguito a un deludente esito nelle elezioni regionali del 2000, D’Alema si dimise. Ciampi quindi nominò Giuliano Amato come nuovo Presidente del Consiglio, chiudendo così la parentesi del governo D’Alema.

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