15.7 C
Roma
giovedì, 21 Novembre, 2024
HomeEconomiaI dazi di Trump: un onere da 4 a 7 miliardi di...

I dazi di Trump: un onere da 4 a 7 miliardi di dollari per l’Italia

Il made in Italy si trova di fronte a gravi conseguenze a causa della proposta del presidente USA Donald Trump di imporre dazi del 10% sulle importazioni. Le simulazioni di Prometeia stimano che i costi aggiuntivi per l’Italia potrebbero variare da oltre 4 a oltre 7 miliardi di dollari. Questo nuovo aumento si somma ai quasi 2 miliardi di dazi già affrontati nel 2023 e avrebbe un impatto significativo su settori cruciali dell’export italiano, come la meccanica, il sistema moda e l’agroalimentare. Le aziende sarebbero costrette a decidere se assorbire i costi aggiuntivi per mantenere la propria competitività o trasferire l’aumento dei prezzi ai consumatori, con il rischio di compromettere le vendite.

L’analisi condotta da Claudio Colacurcio e Carmela di Terlizzi sottolinea l’importanza degli Stati Uniti, che rappresentano il secondo mercato per l’export italiano dopo la Germania. Si considerano due scenari distinti: il primo prevede un incremento di 10 punti solo sui prodotti già soggetti a dazi, con un costo aggiuntivo stimato di oltre 4 miliardi. Il secondo scenario contempla un aumento generalizzato delle tariffe, che potrebbe superare i 7 miliardi.

Nel caso di un aumento mirato, sarebbero maggiormente colpiti i settori della moda e dell’agroalimentare, mentre un’ampia applicazione dei dazi influenzerebbe anche prodotti a media e alta intensità tecnologica, come quelli nella meccanica e nella farmaceutica, oggi meno esposti ai dazi. Inoltre, si prevede che un’attuazione dei dazi comporterebbe costi maggiori per la Germania rispetto all’Italia, mentre Francia e Spagna subirebbero meno impatti negativi.

Colacurcio e Di Terlizzi evidenziano che l’implementazione di un dazio del 10% su tutte le importazioni e del 60% su quelle provenienti dalla Cina non è una strategia praticabile, poiché potrebbe generare ritorsioni da parte di altri paesi, danneggiare la competitività delle aziende americane che importano e colpire in particolare i ceti meno abbienti, che sarebbero i più penalizzati da un aumento dei prezzi. Le stime attuali rimangono indicativa, in attesa di decisioni da parte della nuova amministrazione presidenziale.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PIÙ POPOLARI