Nei seminari italiani, l’accesso è consentito alle persone omosessuali solo se vivono “responsabilmente la castità del celibato”. Sono esclusi coloro che praticano l’omosessualità, hanno tendenze omosessuali radicate o sostengono la cultura gay. Queste nuove linee guida, valide per tre anni, sono state pubblicate dalla Cei e confermate dalla Santa Sede. Esse mirano a rivedere le norme di ingresso nei seminari e a regolamentare vari aspetti della formazione sacerdotale.
Le linee guida pongono una forte attenzione sulla protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, sottolineando la necessità di garantire che i candidati non abbiano precedenti problemi di questo tipo. Inoltre, si enfatizza la vigilanza nell’uso delle tecnologie e dei social media da parte dei seminaristi. Il documento fornisce anche indicazioni riguardo alla formazione, suggerendo che le candidature siano valutate in un contesto globale della personalità del giovane.
Il programma formativo è suddiviso in due fasi: la prima si concentra sulla costruzione della consistenza interiore, il rapporto con i formatori, la vita spirituale e lo studio. La seconda fase prevede un coinvolgimento maggiore della comunità cristiana. È riconosciuto che i seminaristi con tendenze omosessuali devono essere valutati non solo in base a questo aspetto, ma anche considerando l’armonia della loro personalità. La castità è definita come libertà dal possesso e dal confronto, e si richiede una crescita nelle relazioni evangeliche.
Il documento affronta anche la formazione per il Seminario maggiore, enfatizzando la protezione dei minori e la necessità di formatori istruiti nelle tematiche legate agli abusi. Inoltre, fornisce linee guida dettagliate per l’accettazione di candidati già dimessi da altri seminari, esigendo una valutazione approfondita e documentata delle ragioni dell’abbandono.
Infine, si affronta il tema delle nuove tecnologie e dei social media, riconoscendo la necessità di educare i seminaristi a vivere in modo consapevole l’ambiente digitale, per sfruttarne le opportunità e affrontare i rischi. Il documento invita a gestire i contenuti online con cura e a formare gruppi di seminaristi responsabili della comunicazione del Seminario, riflettendo così l’importanza dell’evangelizzazione anche nel mondo digitale.