venerdì, Ottobre 4, 2024
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I giovani europei e l’indifferenza verso il preservativo

L’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza (Onia) della Federazione italiana di sessuologia scientifica (FISS) ha sottolineato l’urgenza di un intervento educativo per affrontare l’aumento dei comportamenti sessuali a rischio tra i giovani. Questo appello deriva da un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che evidenzia un calo nell’uso del preservativo tra gli adolescenti, con solo il 60% dei 15enni che ne fa uso durante il primo rapporto. Tra il 2014 e il 2022, l’uso del preservativo è diminuito dal 70% al 61% tra i ragazzi e dal 63% al 57% tra le ragazze. I dati indicano che i giovani provenienti da famiglie a basso reddito sono particolarmente a rischio, con il 33% che non utilizza alcuna forma di protezione, rispetto al 25% dei benestanti.

Piero Stettini, psicoterapeuta e membro della FISS, ha messo in evidenza una preoccupante tendenza in cui solo circa il 15% dei giovanissimi ricorre alla pillola contraccettiva, mentre molte persone credono erroneamente che essa protegga dalle infezioni sessualmente trasmissibili. Un fenomeno crescente è l’uso del coito interrotto e della contraccezione di emergenza, praticato da più di un adolescente su dieci.

Stettini ha avvertito che le istituzioni non stanno reagendo adeguatamente, lasciando i giovani esposti a rischi seri per la loro salute. Recenti dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) segnalano un aumento allarmante delle infezioni sessualmente trasmissibili, in particolare in Italia, dove la gonorrea tra i 15-17enni è aumentata di sei volte negli ultimi anni.

La mancanza di una legge nazionale sull’educazione sessuale contribuisce a questa situazione critica, contrariamente ad altri Paesi europei, dove l’educazione sessuale è parte integrante dei curricoli scolastici. Diverse iniziative locali di educazione sessuale sono state ridimensionate per mancanza di fondi.

In vista della Giornata mondiale del benessere sessuale, è stato ribadito che servono maggiori responsabilità condivise da parte di tutti, dai genitori agli enti istituzionali. In Italia, progetti come EduForIST, sostenuto dal Ministero della Salute, cercano di affrontare questa carenza formando gli studenti su tematiche affettive e sessuali, promuovendo una salute sessuale positiva.

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