Il Rapporto annuale 2024 dell’Inps rivela che i giovani lavoratori italiani, in particolare quelli sotto i 30 anni, stanno affrontando ostacoli significativi sul fronte lavorativo, evidenziando che lavorano meno ore e guadagnano meno rispetto ai loro colleghi più anziani. Nel 2023, la retribuzione media per i lavoratori dipendenti era di praticamente 26 mila euro annui, mentre i lavoratori under 30 guadagnavano poco più di 14 mila euro, quindi circa il 54% della media totale. Nei ruoli pubblici, i dipendenti giovani percepiscono mediamente 6-7 mila euro in più rispetto ai loro coetanei del settore privato.
Secondo l’Inps, la differenza retributiva è più pronunciata fra i lavoratori a tempo pieno, con un gap di 11 mila euro rispetto alla media, mentre è più contenuta per i lavoratori a tempo parziale e discontinui, dove la distanza si attesta a soli 1.800 euro. Analizzando i dati in modo relativo, emerge che la disparità è massima tra i lavoratori full time e minima tra quelli part time, indipendentemente dalla loro continuità occupazionale. Il rapporto sottolinea che, nonostante le loro difficoltà, la situazione dei giovani lavoratori non è peggiorata negli ultimi cinque anni; al contrario, si sono registrate variazioni positive più significative rispetto alle altre fasce di età sia in termini di occupazione che di retribuzione.
Per esempio, tra i lavoratori a tempo pieno fino ai 29 anni, la retribuzione media annua effettiva è aumentata dell’8,4% dal 2019 al 2023, comparata a un incremento del 6,6% per tutte le età. Questi dati suggeriscono che, sebbene i giovani guadagnino meno in termini assoluti, ci siano segnali di una crescita che potrebbero indicare un miglioramento delle loro prospettive lavorative. L’Inps, quindi, sottolinea la necessità di affrontare le sfide che questi giovani lavoratori devono superare, affinché possano non solo entrare nel mercato del lavoro ma anche avanzare in esso in maniera equa e sostenibile.