La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione sui paesi considerati sicuri per il rimpatrio di migranti spetta ai ministri competenti, sospendendo ogni provvedimento in attesa della decisione della Corte di Giustizia europea. Le reazioni politiche sono state diametralmente opposte: la maggioranza, a partire da Fratelli d’Italia, interpreta l’ordinanza come una conclusione a una campagna di mistificazione, affermando di avere ragione nel loro approccio. D’altra parte, il Partito Democratico critica la destra per la sua mancata comprensione delle sentenze, mentre Azione sottolinea l’inutilità del decreto flussi.
Nel frattempo, la maggioranza, dopo la firma della legge di bilancio da parte del Presidente della Repubblica, sta rilanciando su tematiche economiche. Lupi di Noi Moderati parla di una “manovra equilibrata e concreta”, mentre Forza Italia e Lega stanno già esercitando pressione per le mosse future del 2025. Questi partiti chiedono una rottamazione per finanziare il taglio dell’Irpef a favore del ceto medio, un tema caro agli azzurri, e l’estensione della flat tax per le partite IVA, sostenuta dal Carroccio. Le opposizioni, al contrario, criticano i tempi di approvazione e i contenuti della legge di bilancio.
I Cinque Stelle si allineano a questa posizione, con Patuanelli che afferma: “Sembra una manovra del governo Monti più che Meloni”. I Verdi e Sinistra attaccano la maggioranza per aver favorito le lobby delle armi e criticano anche l’approccio ambientale del governo. Nell’ambito della controversia con La Russa, Renzi non si tira indietro, accusando di un uso distorto delle istituzioni.
Questo dibattito sul rimpatrio dei migranti e sulla legge di bilancio evidenzia le profonde divisioni tra maggioranza e opposizione, con ogni parte che cerca di affermare la propria posizione e ottenere consensi in vista delle prossime scadenze politiche ed economiche.