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sabato, 14 Dicembre, 2024
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I Primi Interventi Chirurgici in Ipnoanestesia alle Molinette

Primi interventi di rimozione di patologia benigna delle ghiandole paratiroidi sono stati eseguiti a Torino su due donne anziane (75 e 79 anni) con significative patologie cardiovascolari. Gli interventi sono stati effettuati all’ospedale Molinette della Città della Salute attraverso una tecnica chirurgica mini-invasiva, con incisioni sul collo limitate (2,5-3 cm). Per l’anestesia, è stata adottata un’approccio innovativo, combinando l’ipnosi con l’anestesia locale, come alternativa all’anestesia generale, pratica già in uso in altri Paesi europei per interventi complessi.

Questo metodo anestesiologico prevede un lavoro di squadra composto da chirurgo, anestesista e ipnologo, per una precisa selezione dei pazienti. Durante l’intervento, il chirurgo opera come se il paziente fosse in anestesia generale, mantenendo la massima delicatezza e senza modificare le modalità e i tempi operatori. L’ipnosi è particolarmente utile in pazienti ad alto rischio anestesiologico, in quanto consente di diminuire l’uso di farmaci invasivi e di ridurre lo stress emotivo, modulando anche la percezione del dolore.

L’uso di questo approccio non solo facilita un recupero postoperatorio più rapido, ma riduce anche i tempi di ricovero e elimina la sensazione dell’atto chirurgico. Il team che ha partecipato a questa innovativa procedura comprendeva il dottor Maurizio Bossotti, responsabile della Chirurgia tiroidea-paratiroidea, assistito dal dottor Pietro Soardo e dalla dottoressa Valentina Palazzo, specializzanda in Chirurgia Generale e ipnologa, insieme agli anestesisti del dottor Roberto Balagna.

Questi interventi rappresentano una nuova frontiera nella chirurgia, mirata a garantire un minore trauma e una migliore esperienza per il paziente durante e dopo l’intervento. Le tecniche innovative come l’ipnosi possono trasformare l’approccio anestesiologico tradizionale, offrendo alternative più sicure e meno invasive per un sempre maggiore comfort dei pazienti, specialmente quelli più fragili e con malattie concomitanti.

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