21 Settembre 2024

I progetti del Pnrr e l’eco della pianificazione quinquennale sovietica

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Durante il meeting di Rimini, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, ha discusso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), evidenziando i miliardi destinati all’upskilling e al reskilling, oltre al progetto Gol per le competenze. Ha fatto un confronto ironico con i piani quinquennali dell’Unione sovietica, suggerendo una certa cautela nell’adozione di strategie di formazione.

Giorgetti ha sottolineato l’importanza di determinare se la formazione e l’apprendimento debbano essere spinti dallo stato o tirati dalle imprese. A suo avviso, un apprendimento guidato dalle esigenze delle imprese sarebbe più efficace rispetto a un sistema imposto dall’alto da funzionari o politici. Ha messo in evidenza come il coinvolgimento delle aziende nel processo formativo possa rendere la formazione più pertinente e utile alle reali necessità del mercato.

Il ministro ha anche espresso critiche riguardo al nuovo Patto di Stabilità dell’Unione Europea, sostenendo che questo tende a limitare la visione a breve termine e non considera adeguatamente il concetto di investimento a lungo termine. Secondo Giorgetti, ciò può avere un impatto negativo sulla crescita economica complessiva.

Riguardo al tema del capitale umano, il ministro ha affermato che esso è fondamentale per la crescita e la produttività delle imprese, considerandolo un elemento determinante per lo sviluppo del paese. Ha sottolineato il ruolo chiave dell’imprenditore, definendolo il “motore dello sviluppo”. In questo contesto, ha esortato le banche ad adottare un approccio più orientato alle imprese, guardando oltre i numeri e valutando l’umanità e la creatività degli imprenditori nella loro attività.

In sintesi, Giorgetti ha evidenziato la necessità di un cambio di paradigma nella formazione professionale, promuovendo una sinergia tra Stato e imprese per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro, e ha denunciato i limiti imposti dalle politiche europee che incoraggiano una visione a breve termine rispetto a investimenti strategici sul lungo periodo.

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