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venerdì, 22 Novembre, 2024
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I Vichinghi e l’arte del tessere arazzi

I vichinghi non erano solo noti come razziatori e naviganti, ma anche come abili tessitori di arazzi. Un nuovo studio condotto dalla Norwegian University of Science and Technology (NTNU), pubblicato sul ‘Journal of Imaging Science and Technology’, ha ricostruito questi antichi manufatti, riportandoli allo splendore originale. La ricerca si è concentrata sulla nave Oseberg, una delle tre navi vichinghe meglio conservate al mondo. Scoperta in una tomba ricca di reperti, la nave misura 22 metri di lunghezza e 5 di larghezza, con spazio per 30 rematori e varie funzioni di comando.

Durante gli scavi avvenuti nel 1904 vicino a Tønsberg, gli archeologi hanno rinvenuto oltre 80 frammenti di arazzi, che potrebbero essere stati realizzati in lana miscelata con fibre vegetali. Questi arazzi, probabilmente utilizzati per decorare camere da letto e sale festiva, testimoniano la ricchezza delle due donne sepolte nella tomba e la loro convinzione nel portare con sé questi oggetti nell’aldilà. Il progetto TexRec, sostenuto dal Consiglio delle Ricerche Norvegese, ha avviato analisi e esperimenti per ricostruire le immagini degli arazzi a partire dai frammenti, utilizzando anche l’intelligenza artificiale.

Il principale ostacolo nella ricostruzione è la fragilità dei frammenti, che non possono essere manipolati fisicamente dagli archeologi. Pertanto, è stato sviluppato un software per caricare e condividere digitalmente fotografie di questi reperti, migliorando il contrasto delle immagini per evidenziare i motivi. Tuttavia, la ricostruzione presenta difficoltà, poiché non è possibile garantire che i frammenti confrontati appartengano allo stesso tessuto. I ricercatori hanno tentato di applicare modelli di apprendimento automatico per distinguere i pezzi, ma hanno trovato limitazioni, poiché i modelli sono abituati a riconoscere oggetti moderni, non tessuti vichinghi.

Per affrontare le sfide, il team ha deciso di combinare l’intelligenza artificiale con l’esperienza archeologica. Gli archeologi formulano ipotesi sulla connessione tra i frammenti, contribuendo a una valutazione più accurata dei risultati. Si ritiene quindi che i modelli di apprendimento automatico debbano ispirarsi all’analisi archeologica, sfruttando le intuizioni degli esperti. I risultati di questo approccio ibrido potrebbero rivelarsi preziosi per la comprensione e la valorizzazione del patrimonio tessile dell’era vichinga.

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