Nel 2023, in Italia, si registra un aumento significativo del numero di minori che vivono in povertà assoluta, con 1,29 milioni di bambini colpiti, corrispondenti al 13,8% della popolazione minorile. Questo rappresenta il dato più alto dal 2014. L’ISTAT ha evidenziato che la povertà colpisce in modo differente le varie regioni: nel Sud Italia, il 15,5% dei bambini si trova in condizioni di estrema difficoltà, rispetto al 12,9% nel Nord.
La povertà assoluta implica che le famiglie non riescono a coprire i bisogni essenziali, poiché la loro spesa mensile è pari o inferiore alla soglia necessaria per una vita dignitosa, che varia in base a diversi fattori, tra cui età, composizione familiare e luogo di residenza. A Milano, la soglia mensile per una famiglia con un bambino è di circa 2.700 euro, mentre in un comune siciliano più piccolo, scende a circa 1.500 euro.
Nel 2023, più di 2,2 milioni di famiglie vivono in povertà assoluta, corrispondente all’8,4% del totale delle famiglie residenti, che coinvolge circa 5,7 milioni di individui, pari al 9,7% della popolazione. La povertà colpisce in modo particolare le famiglie straniere: il 41,4% dei nuclei familiari non italiani vive in condizioni di povertà, mentre per le famiglie composte solo da italiani, l’indice è dell’8,2%.
Nel complesso, la percentuale di persone in povertà assoluta è aumentata dal 14,7% nel 2022 al 16,5% nel 2023. La situazione è particolarmente preoccupante per i minori e le famiglie del Mezzogiorno, che da sempre affrontano disagi maggiori. La crescita della povertà, in particolare per i bambini, rappresenta un grave problema sociale che richiede attenzione e interventi mirati per migliorare le condizioni di vita e garantire opportunità adeguate per le nuove generazioni.