Il primo Consiglio dei ministri di gennaio prevede l’assegnazione di un nuovo commissario, Fabrizio Curcio, per la ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna. Tra i temi all’ordine del giorno ci sarà anche il decreto Milleproroghe e il nuovo decreto per l’invio di armi all’Ucraina. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito il sostegno militare a Kiev, ma attende di valutare l’orientamento del nuovo governo americano dopo l’insediamento di Trump.
Le riforme rappresentano un’altra priorità. Meloni ha confermato che il 2025 sarà un anno cruciale per riforme che suscitano timori. Le intenzioni del governo includono la separazione delle carriere dei magistrati, la ripresa dell’iter per il premierato e la risoluzione della questione dell’Autonomia, nonostante lo scetticismo di Forza Italia, oltre all’elezione di quattro giudici della Corte costituzionale. A gennaio, la Consulta dovrà anche esprimersi sull’ammissibilità del referendum riguardante la riforma Calderoli.
Il governo ha l’obbiettivo di evitare tensioni interne al centrodestra, in particolare riguardo a possibili cambiamenti al ddl sicurezza e all’aspirazione di Salvini di tornare al Viminale. Fratelli d’Italia punta a garantire il funzionamento a pieno regime dei centri per migranti in Albania, mentre si attende la pronuncia della Corte di giustizia Europea a febbraio.
Il 2025 sarà anche un anno di elezioni in cinque regioni: Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Il centrodestra dovrà trovare un equilibrio sui candidati, mentre l’alleanza non viene messa in discussione. Le opposizioni, tuttavia, si presenteranno alle urne senza aver superato i veti incrociati. I 5 Stelle, i Verdi e la Sinistra non vogliono Renzi in coalizione, mentre Calenda si isola volontariamente. Inoltre, +Europa chiede un tavolo comune, mentre la segretaria del Partito Democratico, Schlein, mira a lavorare per l’unità dell’opposizione.