Il decreto giustizia è stato recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, ma senza l’inclusione delle due norme più significative: il ‘bavaglio’ ai magistrati e la regolamentazione sul cyber crimine, che avrebbe conferito al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo poteri di impulso e coordinamento nelle inchieste. Un articolo che potenzia l’uso del braccialetto elettronico per contrastare la violenza sulle donne è stato, invece, incluso. Inoltre, è stata modificata la norma che permette al commissario straordinario per l’edilizia carceraria di approvare progetti per nuovi istituti penitenziari senza necessità di intesa con i presidenti delle regioni, come precedentemente richiesto.
All’interno della maggioranza si registrano tensioni e il rinvio di due misure già annunciate. Una di queste prevede l’azione disciplinare per i magistrati che non si astengono da procedimenti in situazioni di “gravi ragioni di convenienza”. Salvatore Casciaro, segretario dell’Anm, ha espresso soddisfazione per l’accantonamento di questa misura, evidenziando come essa fosse mal formulata e capace di aprire a possibili persecuzioni disciplinari per magistrati che forniscono pareri tecnici su riforme di legge.
Vi è stata anche una forte opposizione da parte di Forza Italia riguardo al potenziamento del ruolo del procuratore antimafia nelle inchieste sul cyber crimine. Tuttavia, sembrava che un accordo fosse stato raggiunto, tanto che mercoledì scorso il sottosegretario Alfredo Mantovano aveva dichiarato che il provvedimento sarebbe stato esaminato dal Consiglio. Mantovano ha argomentato che si trattava di semplici coordinamenti e non di cambiamenti sostanziali. Ha anche affermato che vi è stata una disponibilità a chiarire eventuali aspetti oscuri.
Nonostante questo, le divisioni all’interno della maggioranza persistono e la questione del coordinamento delle inchieste sul cyber crimine affidate alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo rimane ancora controversa, suggerendo che non tutti i membri della maggioranza siano concordi. Così, la situazione attuale sembra evidenziare una mancanza di compattezza e un incerto futuro per la discussione e l’approvazione delle riforme proposte.