Il coro delle opposizioni politiche, compresi Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Più Europa e Avs, richiede alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di riferire in Parlamento riguardo al furto delle banche dati indagato dalla Procura di Milano. I leader di questi partiti sottolineano la vulnerabilità di alcune strutture di sicurezza, in particolare del Viminale. Giuseppe Conte ha descritto la situazione come un “caso enorme”, chiedendo a Meloni di spiegare questo grave illecito. Il M5S sottolinea che anche gli esponenti del centrodestra e il mondo imprenditoriale devono dare chiarimenti.
Conte ha anche fatto riferimento a precedenti attacchi nei confronti del parlamentare M5S De Raho, legati a dossieraggi, chiedendo se chi lo criticò in passato chiederà scusa. I rappresentanti del PD, Francesco Boccia e Chiara Braga, hanno evidenziato che il sistema di sicurezza del Paese presenta gravi lacune e viene sfruttato dalla destra per fini discutibili. Hanno annunciato un’interrogazione al governo per chiarire come sia stata violata la banca dati dello Sdi e per scoprire chi siano i mandanti dell’operazione, oltre a richiedere misure urgenti per migliorare la sicurezza nazionale.
Anche Italia Viva ha intenzione di presentare un’interrogazione, mentre Matteo Renzi, coinvolto nel dossieraggio, ha deciso di avvalersi di legali per costituirsi parte civile contro spionaggio e pubblicazione illecita di documenti. Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha espresso fiducia nella magistratura, ma ha richiesto chiarimenti sulla responsabilità del governo e sui provvedimenti da mettere in atto.
Riccardo Magi ha evidenziato la facilità con la quale sono state compromesse le reti del Viminale e ha sollecitato il governo a garantire la protezione delle informazioni, parallelamente alle indagini. Le opposizioni hanno inoltre criticato la recente legge sulla cybersicurezza, definendola inadeguata e priva di risorse. Michele Gubitosa del M5S ha rimarcato l’assoluta necessità di misure concrete. Renzi ha interrogato Meloni sul lavoro dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e sull’operato del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, richiedendo azioni concrete piuttosto che lamenti.