Alla fine, Tony Effe si esibirà in un concerto a Roma il 31 dicembre, ma non al Circo Massimo. Escluso dall’evento ufficiale del Campidoglio, il trapper romano ha annunciato uno show al Palasport dell’Eur, con un biglietto accessibile di 10 euro, sfidando così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Quest’ultimo aveva chiesto a Tony Effe di fare un passo indietro dopo le polemiche sui contenuti delle sue canzoni, definite violente e misogine. La richiesta del sindaco ha però causato il ritiro degli altri due artisti in programma, Mahmood e Mara Sattei, in segno di supporto a Tony Effe, innescando così una reazione contro quella che è stata vista come una forma di censura.
Molti altri artisti, inclusi Giorgia, Noemi ed Emma, hanno espresso il loro dissenso, sostenendo la libertà di espressione, un principio ribadito dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana). Anche Ghali ha preso parte alla polemica, rimuovendo quasi tutte le sue foto da Instagram in segno di protesta, tranne una singola immagine della sua esibizione a Sanremo in cui aveva denunciato il genocidio a Gaza, evento che aveva suscitato dure critiche nei suoi confronti.
Attualmente, il Comune di Roma si trova in difficoltà, con un concerto di Capodanno che rischia di non avere artisti confermati a meno di due settimane dalla data dell’evento. Si stanno considerando varie opzioni per salvare la serata, come la possibilità di ingaggiare un artista straniero, sebbene i tempi siano ristretti e trovare qualcuno libero potrebbe risultare complesso. In alternativa, si sta pensando di organizzare un lungo DJ set, che trasformerebbe l’evento in una grande discoteca all’aperto per chi desidera semplicemente ballare.
La situazione è diventata un’importante questione di libertà di espressione e censura nella scena musicale italiana, con la comunità artistica che si mobilita per esprimere la propria solidarietà nei confronti di Tony Effe. La sua decisione di tenere il concerto al Palasport dell’Eur rappresenta non solo una scelta artistica, ma anche una dichiarazione in un momento di crescente tensione fra artisti e autorità.
