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Il correntista più sorvegliato d’Italia: “Non ho visto malizia e non credo nei dossieraggi”

Un imprenditore di Bitonto, residente nel Nord Italia, ha dichiarato all’Agi di non vedere nulla di male nel fatto che il suo commercialista, Vincenzo Coviello, abbia avuto accesso al suo conto. Coviello, un ex dipendente di Intesa Sanpaolo, è attualmente sotto inchiesta dalla procura di Bari per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie relative alla sicurezza dello Stato. Si stima che Coviello abbia effettuato oltre 6.600 accessi non autorizzati a dati riservati di circa 3.572 clienti della banca, tra cui anche politici come la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto.

L’imprenditore ha riferito di essere stato informato dalla banca della situazione lo scorso anno, ma non ha intrapreso azioni legali poiché non sono stati registrati movimenti sul suo conto. A suo avviso, non c’è stata intenzionalità malevola da parte di Coviello. Racconta di avere vissuto esperienze simili nella sua carriera imprenditoriale e di essere abituato ai controlli della guardia di finanza.

Rispondendo a una domanda sul motivo degli accessi ai conti di politici e istituzioni, l’imprenditore ha suggerito che una curiosità possa aver spinto Coviello a controllare quanto guadagnano personaggi famosi, evidenziando che tali comportamenti di curiosità potrebbero essere comuni. Nonostante la gravità dei numeri, l’imprenditore mantiene una visione positiva su Coviello, descrivendolo come un professionista serio e un padre esemplare, senza iscrizioni politiche.

Ha detto di non credere a pratiche di dossieraggio e che non ha cambiato la sua opinione su Coviello, nonostante le accuse. Inoltre, ha comunicato a Coviello di essere a conoscenza della situazione e di comprenderne le implicazioni, sottolineando che la sua stima nei suoi confronti rimane invariata. La testimonianza evidenzia quindi un contrasto tra le accuse mosse contro Coviello e la percezione personale dell’imprenditore, che continua a vederlo come un professionista di valore e senza colpe.

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