Passare all’auto elettrica comporta un aggravio di spesa di 5.700 euro in dieci anni, secondo il rapporto di previsione d’autunno del Centro Studi Confindustria. Questa cifra rappresenta un incremento del 15% rispetto ai costi associati a motorizzazioni tradizionali. L’analisi considera due versioni di una stessa automobile di piccola taglia, evidenziando che, oltre ai costi, ci sono altri aspetti critici come tempi di ricarica più lunghi, un’autonomia di percorrenza limitata e una disponibilità ancora ridotta di infrastrutture di ricarica. Inoltre, la performance delle batterie tende a diminuire nel tempo, creando ulteriori problematiche per gli utenti.
Il settore automobilistico è cruciale per l’economia italiana ed europea. Rappresenta il 13% del fatturato manifatturiero in Europa e il 6,3% della produzione manifatturiera in Italia, generando un valore aggiunto di 15 miliardi di euro e occupando circa 170.000 persone nel Paese. È importante notare che queste cifre non tengono conto dell’indotto domestico, che, secondo Anfia, aumenta l’impatto complessivo del settore, portandolo a incidere per il 5,6% del valore aggiunto totale.
Le sfide legate alla transizione verso l’auto elettrica non si limitano solo ai costi diretti per i consumatori, ma si intrecciano anche con la situazione di crisi che il settore automobilistico sta affrontando. Questo contesto non può essere considerato isolato dal calo della produzione che si sta verificando nel comparto automobilistico, suggerendo una correlazione tra l’evoluzione in corso e le difficoltà economiche.
In sintesi, il passaggio all’auto elettrica è una scelta onerosa e complessa, influenzata da fattori economici e infrastrutturali, mentre il settore automobilistico rimane un pilastro fondamentale per l’occupazione e il valore aggiunto dell’economia italiana. La strada verso l’adozione di veicoli elettrici richiede un’attenta considerazione dei costi, delle performance e delle infrastrutture necessarie per supportare questa transizione.