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giovedì, 9 Gennaio, 2025
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Il Csm respinge la riforma della separazione delle carriere

Il Consiglio superiore della magistratura ha bocciato la riforma che prevedeva la separazione delle carriere e l’istituzione di un doppio Csm e di un’Alta Corte disciplinare. Durante il plenum, si è svolto un dibattito lungo e intenso, culminato con un parere critico sul disegno di legge costituzionale in esame alla Camera, approvato con 24 voti favorevoli e 4 contrari, con un’astensione. I consiglieri togati hanno espresso un parere negativo, eccezion fatta per l’indipendente Andrea Mirenda che si è astenuto.

Il parere evidenziava come la questione della separazione delle carriere non possa essere vista come una necessità costituzionale, poiché suggerirebbe un difetto di imparzialità e terzietà nella magistratura, un’idea non supportata dai fatti: in oltre il 40% dei casi, le decisioni giuridiche non confermano l’ipotesi della pubblica accusa. Inoltre, si è enfatizzato che se la carriera unica avesse impatti negativi sui principi del giusto processo, bisognerebbe chiarire in che modo il passaggio di funzioni possa compromettere la parità delle armi, presentando dati che evidenziavano passaggi molto raramente avvenuti (meno dell’1% del personale).

Il parere sottolineava che l’indipendenza della magistratura non è garantita solo dalla sua appartenenza all’ordine giudiziario. Pur mantenendo il Consiglio Superiore composto di magistrati, il rischio di indebolire l’indipendenza del pubblico ministero rispetto ad altri poteri resta. Le critiche si sono ampliate anche riguardo al doppio Csm e al metodo del sorteggio, evidenziando come la creazione di organi distinti potrebbe compromettere l’efficacia delle loro attribuzioni e, conseguentemente, il funzionamento del sistema giustizia.

Per quanto riguarda l’Alta Corte, il documento ha fatto notare che sottrarre la giurisdizione disciplinare al Consiglio Superiore significherebbe amputare un aspetto cruciale dell’autogoverno e indebolirne significativamente l’importanza costituzionale. In sintesi, il Consiglio ha manifestato una netta opposizione verso la riforma in questione, sostenendo l’importanza di mantenere l’unità e l’indipendenza della magistratura.

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