Il culturista bielorusso Illia “Golem” Yefimchyk, noto per la sua impressionante figura e per una dieta da 16.500 calorie al giorno, è morto all’età di 36 anni a causa di un infarto. La tragedia è avvenuta il 6 settembre, quando si è sentito male a casa mentre si trovava con sua moglie Anna. Nonostante i tentativi di rianimarlo e il trasporto immediato in ospedale, i medici hanno comunicato che il suo cervello era irreversibilmente danneggiato. Illia guadagnò fama sui social media, accumulando oltre 300.000 follower su Instagram, nonostante non avesse mai gareggiato professionalmente. I suoi fan lo ammiravano per i suoi straordinari risultati, tra cui panca piana con 270 chili, squat e stacchi da terra da 300 chili.
La sua vita non è stata sempre facile; da giovane, pesava 70 kg e non riusciva a fare una sola flessione. La sua trasformazione fisica fu frutto di anni di impegno e disciplina, uniti a una profonda conoscenza della fisiologia dell’esercizio e della nutrizione. Era motivato dal desiderio di trasmettere agli altri una forte etica del lavoro, incoraggiandoli a superare le proprie paure e a migliorare se stessi.
Dopo la sua morte, sua moglie ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto da amici e fan, affermando quanto fosse toccante ricevere le condoglianze in un momento così difficile. La sua morte ha riacceso il dibattito sui rischi per la salute che il bodybuilding comporta, venendo a galla in un contesto in cui altri atleti, come Antonion Souza e Neil Currey, sono deceduti in giovane età per cause simili. Illia, nell’arco della sua carriera, ha vissuto in diversi paesi, tra cui Repubblica Ceca, Stati Uniti e Dubai, ispirandosi a leggende del bodybuilding come Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone. Prima della sua prematura scomparsa, il suo obiettivo era quello di raggiungere i 190 chili, ma il suo sogno è stato spezzato. La sua eredità, tuttavia, continua a mettere in guardia sulle potenziali conseguenze estreme di stili di vita non sostenibili.