13.6 C
Roma
mercoledì, 8 Gennaio, 2025
HomeTecnologiaIl Fact-Checking alla Luce delle Recenti Decisioni di Meta

Il Fact-Checking alla Luce delle Recenti Decisioni di Meta

Negli ultimi giorni, l’annuncio di Meta di abbandonare il fact-checking a favore delle “Community Notes” ha suscitato dibattiti. Walter Quattrociocchi, direttore del Centro di Data Science and Complexity for Society (CDCS) della Sapienza, ha evidenziato che questa mossa implica che il fact-checking non ha mai funzionato. Meta aveva avviato un programma di fact-checking indipendente nel 2016 per affrontare la disinformazione, specialmente durante le elezioni, ma ha continuato a lottare contro contenuti problematici, come le fake news e l’incitamento all’odio. Negli anni, ha implementato varie misure, come team di sicurezza e programmi automatizzati per ridurre la visibilità di affermazioni false, oltre a istituire l’Oversight Board per le decisioni più complicate di moderazione.

Adesso, Zuckerberg sembra seguire l’esempio di Elon Musk, che ha eliminato i team di fact-checking su X (ex Twitter) e utilizzato le note della community come unico metodo di correzione. Quattrociocchi ribadisce che il fact-checking non solo è inefficace, ma può anche peggiorare la polarizzazione, rafforzando le echo chamber. Nonostante ciò, notevoli risorse finanziarie sono state investite in soluzioni riconosciute come fallimentari. Un articolo di Duncan Watts su Nature evidenzia che il dibattito degli intellettuali sulla disinformazione è spesso distante dalla realtà, concentrandosi esclusivamente sulle fake news, mentre ignora il modello di business delle piattaforme che favorisce la disinformazione.

Il concetto di verità è ambivalente e soggetto a interpretazioni, e il fact-checking tradizionale fallisce nell’affrontare il problema perché si limita a contrastare la viralità emozionale dei contenuti. Le piattaforme social, progettate come strumenti di intrattenimento, privilegiano ciò che attira attenzione e suscita divisione, anziché garantire la qualità dell’informazione. Quattrociocchi sottolinea che tentativi di mantenere il panorama informativo tradizionale in epoca social sono stati inefficaci, e che un approccio di controllo dall’alto non ha mai avuto successo.

Per affrontare la disinformazione, secondo Quattrociocchi, è essenziale sensibilizzare gli utenti sul loro comportamento online. È fondamentale riflettere su come l’informazione sia stata gestita negli ultimi anni, sul perché siano state ignorate evidenze scientifiche e su chi paga per questi errori. Conclude affermando che è necessario interrogarsi sulle scelte politiche basate sui dati, mentre si trascurano evidenze forti.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PIÙ POPOLARI