Negli ultimi 12 mesi, il mercato dell’usato in Italia ha registrato un notevole incremento, con oltre il 56% degli italiani che ha acquistato articoli di seconda mano. Questo fenomeno, secondo un sondaggio Ipsos per Confesercenti, evidenzia una crescente sensibilità ambientale e la ricerca di risparmio tra i consumatori. Il mercato della seconda mano è stimato valere più di 6 miliardi di euro, evidenziando un vero e proprio boom.
La maggior parte degli acquisti di prodotti di moda usati avviene tramite piattaforme online, con il 56% degli intervistati che ha dichiarato di aver utilizzato questi canali. Tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni, la percentuale di utilizzo è ancora più alta. Anche i negozi fisici e i mercati ambulanti sono molto frequentati, con il 51% dei consumatori che vi si rivolge.
Parallelamente, l’interesse per le riparazioni è in aumento: il 34% del campione ha dichiarato di aver fatto riparare i propri abiti anziché acquistarne di nuovi. Questo ha portato a un incremento delle sartorie, il cui numero è aumentato di oltre il 4% tra il 2014 e il 2024, con una forte partecipazione di imprenditori stranieri.
Inoltre, un altro aspetto significativo è la ricerca di prodotti realizzati con materiali riciclati, apprezzata dal 24% degli italiani che afferma di acquisirli frequentemente.
Tuttavia, il boom dell’usato contrasta con l’andamento negativo delle vendite durante i saldi, che hanno registrato un calo del 61,9% delle piccole imprese della moda rispetto all’anno precedente. Nonostante questo, la cultura della moda rimane radicata tra gli italiani, in particolare tra i giovani, attratti dai marchi anche nel settore dell’usato.
Il vicepresidente di Confesercenti, Nico Gronchi, sottolinea che il peso della moda nel bilancio familiare è drasticamente diminuito, passando dal 13,6% nel 1992 al 5,2% nel 2023. Sebbene la tendenza al riuso non sia negativa, solleva interrogativi sulla regolamentazione del settore, specialmente online. È necessario incentivare acquisti eco-sostenibili nei negozi, investendo in spazi dedicati a usato ‘certificato’ e prodotti riciclati, per promuovere un futuro sostenibile e digitalizzato, affrontando le sfide globali nei prossimi anni.