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giovedì, 12 Dicembre, 2024
HomeAttualitàIl filosofo Caffo condannato a 4 anni per maltrattamenti, escluse due aggravanti.

Il filosofo Caffo condannato a 4 anni per maltrattamenti, escluse due aggravanti.

Il pubblico ministero Milda Milli ha richiesto una condanna di 4 anni e mezzo per Leonardo Caffo, un filosofo di 36 anni, per presunti maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna, avvenuti tra luglio 2019 e giugno 2022. Le indagini avevano portato all’allontanamento dalla casa familiare e al divieto di avvicinamento a causa di presunte violenze verbali, morali e fisiche. Il tribunale di Milano ha escluso due delle tre aggravanti contestate e ha condannato Caffo all’interdizione dai pubblici uffici e a un risarcimento del danno patrimoniale, stabilito in 35mila euro, con spese processuali da liquidare in sede civile.

Caffo è stato accusato di “sistematica e continuativa attività di prevaricazione”, caratterizzata da insulti, percosse e comportamenti di controllo ossessivo, minacce settimanali e lanci di oggetti. In particolare, l’accusa ha evidenziato un episodio di lesione avvenuto nell’estate del 2020. Caffo, presente in aula con i suoi avvocati, ha definito “complicato” il rapporto con la convivente, negando però ogni accusa e affermando che l’ex compagna stesse dicendo “bugie”.

In seguito alla sentenza, Caffo ha dichiarato di essere “colpito” e di voler “educare” altri attraverso la sua esperienza. Ha riconosciuto di aver fallito nel tentativo di stare vicino alla figlia, esprimendo auguri per il bene di entrambi. Ha inoltre annunciato l’intenzione di fare appello, sperando di presentare una verità diversa rispetto a quella emersa in primo grado.

Dal canto suo, l’avvocata della ex compagna ha sottolineato come la giustizia abbia funzionato, invitando tutte le donne a denunciare, al fine di combattere contro un sistema spesso carente di supporto per le vittime. L’ex compagna di Caffo ha commentato la sentenza come una conferma di una verità che ha faticato a far emergere, evidenziando le difficoltà affrontate nel processo. Ha sottolineato che la violenza di genere è un problema sistemico, che richiede un’adeguata educazione sentimentale e la necessità di affrontare una cultura ancora piena di pregiudizi, affinché non si debbano più subire tali violenze.

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