Dopo l’uccisione della “mente del 7 ottobre”, si pongono importanti interrogativi sul futuro del conflitto in Medio Oriente. La morte di Yahya Sinwar, considerato il leader più influente dei palestinesi dai tempi di Arafat, apre scenari incerti. Sinwar, noto per il suo carisma e la sua abilità strategica, aveva costruito a Gaza una complessa rete di infrastrutture sotterranee e aveva gestito abilmente la situazione con Israele, tanto da “addormentare” Netanyahu per anni.
La carriera di Sinwar è cominciata negli anni ’80, quando, sotto la guida del fondatore di Hamas, Oltre alla sua notorietà per la sua efferatezza, ha trascorso 22 anni nelle carceri israeliane, dove ha appreso l’ebraico e ha approfondito la storia e la politica israeliana. Rilasciato nel 2011 grazie a uno scambio di prigionieri, ha accelerato l’armamento di Hamas, sviluppando una vasta rete di tunnel.
Negli attuali sviluppi, la situazione potrebbe diventare più complessa con l’emergere di Khaled Mashal come possibile successore di Sinwar, il quale potrebbe perseguire vendette contro gli ostaggi israeliani ancora in mano a Hamas. Israele, ora privo di scuse, può intensificare le operazioni a Gaza per ottenere il rilascio degli ostaggi.
Il clamoroso blitz dell’esercito israeliano a Rafah potrebbe segnare un punto di svolta per la guerra in Medio Oriente. Il presidente Biden, in visita a Berlino, ha parlato di un futuro di convivenza per la Striscia di Gaza, coincidente con la visita della premier italiana Meloni in Libano. Tuttavia, la strada verso una tregua appare lunga e difficile. La morte di Sinwar rappresenta un passo significativo, ma non indica la fine del conflitto, come sottolinea Benny Ganz, ex ministro della guerra israeliano.
Israele continuerà a operare nella Striscia di Gaza per lungo tempo, mirando non solo al rilascio degli ostaggi, ma anche a un cambio di governo in Hamas. La situazione in Libano è drammatica, con oltre 2.000 morti e 700.000 sfollati. L’operazione di terra israeliana prosegue nonostante le tensioni con le truppe della missione Unifil, lasciando aperte domande sul futuro immediato e sullo sviluppo del conflitto.