venerdì, Ottobre 4, 2024
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Il Governo approva il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare

La recente approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un decreto legislativo modificativo dell’articolo 114 del codice di procedura penale ha sollevato un acceso dibattito. Questa norma introduce un divieto di pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare, rendendo di fatto segrete tali informazioni. Il provvedimento deriva da un emendamento presentato dal deputato Enrico Costa e segue una decisione già presa dal Parlamento alcuni mesi fa, quando il Senato aveva approvato la legge di adeguamento alle direttive europee. Questa modifica rappresenta un’inversione rispetto alla riforma del 2017, voluta allora dal ministro Andrea Orlando, che permetteva la pubblicazione senza restrizioni.

L’approvazione di questo decreto legislativo ha suscitato forti critiche da parte degli organismi di rappresentanza dei giornalisti. Ad esempio, l’UsigRai ha sottolineato che, una volta che il decreto diventerà legge, le informazioni pubblicabili riguardo a un arrestato si limiteranno al reato ipotizzato, escludendo le prove raccolte. In pratica, i giornalisti non potranno utilizzare le parole del giudice nei loro articoli riguardo ai motivi di una carcerazione, il che comporterà una diffusa mancanza di chiarezza e di oggettività nell’informazione.

Queste restrizioni sono percepite come una minaccia al ruolo di garanzia che la libera stampa ricopre nella società, in particolare a protezione dei diritti dei cittadini privati della loro libertà. La conseguenza del nuovo decreto, quindi, potrebbe essere un’informazione più opaca e parziale, compromettnedo il diritto dei cittadini a essere informati sui procedimenti giudiziari in cui sono coinvolti.

In sintesi, il decreto legislativo approvato si configura come una svolta significativa nel panorama normativo italiano, con implicazioni potenzialmente gravi per la trasparenza e la responsabilità del sistema giudiziario. Le preoccupazioni espresse dai rappresentanti dei giornalisti evidenziano la necessità di un bilanciamento tra la riservatezza delle indagini e il diritto all’informazione, fondamentale per una democrazia sana.

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