Un 2024 difficile per i grandi marchi del lusso, con un calo previsto delle vendite del 2%, portando il fatturato a 363 miliardi di euro, secondo uno studio di Bain & Company e Fondazione Altagamma. Solo un terzo delle aziende del settore chiuderà con risultati positivi. Kering ha annunciato un utile operativo dimezzato rispetto all’anno precedente, principalmente a causa del crollo delle vendite di Gucci. Anche LVMH ha riportato un calo del 3% nel fatturato del trimestre, segnando una difficoltà generale nel mercato del lusso, tranne per Hermès, che ha visto una crescita superiore al 10%.
Le proiezioni per il 2025 suggeriscono un recupero moderato, ma con una crescita limitata, dovuta a fattori macroeconomici e a cambiamenti normativi. In Italia, il settore della moda, comprendente occhiali, gioielli e cosmetici, chiuderà sotto i 96 miliardi di euro, con una contrazione del 5,3%. La pelletteria e le calzature sono particolarmente colpite, con un calo dell’8,1%. Gli effetti negativi sono aggravati dalla crisi del made in Italy e dalle misure di sostegno per i lavoratori delle piccole e medie imprese.
Le cause del rallentamento includono la fragilità del mercato cinese, che rappresentava la metà delle vendite globali nel lusso. L’incertezza geopolitica e l’aumento dei prezzi dei beni di lusso hanno impattato sui consumatori, anche quelli benestanti, portando a una diminuzione della spesa. In Europa, il prezzo medio di un prodotto di lusso è aumentato del 52% dal 2019, mentre la qualità è rimasta costante o è diminuita.
Inoltre, indagini su diversi marchi per sfruttamento della manodopera potrebbero influenzare la reputazione e le vendite. Alcuni gruppi, come Chanel, stanno acquistando fornitori per migliorare la loro catena di produzione. Nel panorama retail, marchi online hanno chiuso e ristrutturato le loro operazioni. Aziende con profitti in calo cercano di consolidarsi oppure rinnovarsi con nuovi management e stilisti, come dimostrano i cambiamenti in marchi come Bottega Veneta e Givenchy. La mancanza di direttori creativi in marchi storici come Fendi e Margiela rappresenta una sfida significativa per il settore.