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Il M5S e il rientro dell’astensione: preoccupazioni per un passo indietro di Conte

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha espresso preoccupazione per la possibilità di astensione nel voto previsto per il 23 e 24 novembre, sottolineando che se il percorso intrapreso dal Movimento venisse messo in discussione, trarrà le dovute conseguenze. I membri del M5s temono che un’astensione elevata possa influenzare negativamente il processo di voto, con sospetti su una campagna sotterranea condotta dalla vecchia guardia del Movimento per sabotare l’affluenza al voto. Conte ha appellato alla base del Movimento, esortando tutti a partecipare al voto e a decidere il futuro dei Cinque Stelle.

Il dibattito attuale riguarda non solo il ruolo del garante, ma anche i poteri del presidente del Movimento. Conte ha affermato la necessità di rinnovarsi ascoltando le esigenze della base, sottolineando che non è più il momento di riproporre la logica del ‘vaffa’, ma di concentrarsi su soluzioni per migliorare la vita dei cittadini. Ha assicurato che il Movimento rimarrà intransigente su temi come corruzione e conflitto di interesse e che è giusto che gli iscritti siano chiamati a decidere su aspetti importanti riguardanti la loro identità e collocazione politica.

I timori tra i parlamentari sono stati leggermente attenuati da rinnovate vittorie elettorali in Umbria ed Emilia-Romagna, ma i risultati sono considerati al di sotto delle aspettative. Conte ha lavorato per rafforzare il Movimento a livello locale, instaurando circa 400 comitati territoriali negli ultimi diciotto mesi, con l’obiettivo di trasformare il M5s in un movimento radicato nel territorio.

Il dibattito politico si complica ulteriormente con l’intervento di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che ha criticato l’esclusione del suo partito dal centrosinistra in Liguria. Tuttavia, i Cinque Stelle sostengono di non essersi smarcati dal Partito Democratico e considerano le affermazioni di Renzi come un tentativo di creare confusione. Un esponente del M5s ha osservato che, sebbene un amministratore locale di Italia Viva possa essere capace, la figura di Renzi risulta poco appetibile per gli elettori.

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