Il livello delle coste del Mediterraneo sta aumentando, e le conseguenze si iniziano a notare anche sulle coste rocciose italiane. Durante il Congresso Nazionale della Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, Marco Anzidei dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Francesco Faccini, docente presso l’Università di Genova, hanno presentato le loro ricerche sugli impatti del riscaldamento globale sulle coste italiane.
Anzidei ha sottolineato che si prevede un incremento globale del livello del mare di circa un metro entro la fine del secolo, esponendo le coste a rischi crescenti. Questa cifra potrebbe aumentare se i ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide si dovessero sciogliere più rapidamente di quanto stimato. Sono stati selezionati 39 siti costieri italiani, particolarmente vulnerabili, dove si stanno raccogliendo dati sul potenziale aumento del livello marino. Queste aree, soprattutto quelle con terreni bassi, sono le prime ad essere colpite dall’innalzamento.
Il riscaldamento globale causa un aumento della temperatura dell’acqua, che si espande, combinato con lo scioglimento dei ghiacci che contribuiscono a innalzare il livello del mare. Venendo a un caso emblematico come Venezia, Anzidei evidenzia che le coste in affondo, cioè quelle che si abbassano per fattori naturali o umani, saranno maggiormente colpite e questo potrebbe portare a un allagamento progressivo.
Francesco Faccini ha messo in guardia anche riguardo le coste rocciose, il cui arretramento è un problema preoccupante. Secondo Faccini, questo fenomeno non è stato affrontato adeguatamente sino ad ora, nonostante le infrastrutture e gli insediamenti presenti sopra le falesie siano a rischio. La base delle falesie è spesso utilizzata per attività ricreative, creando condizioni di pericolo significative. In Liguria, il tasso di erosione varia e in alcuni casi ha superato i 10 metri in un secolo, evidenziando una situazione di allerta che richiede monitoraggio e strategie per ridurre i rischi.
In sintesi, sia le coste basse che quelle rocciose italiane affrontano sfide crescenti a causa del cambiamento climatico, rendendo necessario un approccio proattivo nella pianificazione e gestione costiera.