Il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha espresso forte preoccupazione riguardo alla situazione in Ucraina, affermando che il paese sta perdendo la guerra. Durante un’intervista con l’agenzia Ansa, ha messo in guardia sull’eventualità che soldati nordcoreani possano unirsi al conflitto, superando una “linea rossa”. In tale contesto, ha sottolineato la necessità di riprendere in considerazione l’idea proposta dalla Francia di inviare truppe, non in un contesto di intervento della NATO, ma in accordo con altri alleati.
Landsbergis ha manifestato il suo disappunto riguardo alla percezione di un possibile tradimento nei confronti dell’Ucraina. Ha evidenziato che vi sono individui che desiderano vedere la capitolazione dell’Ucraina, pensando che ciò risolverebbe i problemi, come le sanzioni imposte alla Russia e le preoccupazioni riguardanti la Corea del Nord. Tuttavia, ha messo in discussione se l’Occidente possa permettersi un simile esito, dato il consistente investimento politico e finanziario fatto fino ad ora.
Ha inoltre avvertito che, se altri Paesi credono che la divisione dell’Ucraina possa fermare Putin, si sbagliano. Ha tracciato un parallelo con il 1938, affermando che concedere parte del territorio ucraino alla Russia non fermerebbe il conflitto. Sottolineando l’importanza di non cadere nell’ingenuità, ha affermato che attualmente ci sono figure simili a Chamberlain. La causa principale del problema, secondo Landsbergis, è l’incapacità dell’Occidente di agire in modo decisivo.
Landsbergis ha espresso dubbio sull’idea che l’Occidente non avesse informazioni sui nordcoreani, evidenziando che gli Stati Uniti erano ben informati all’inizio della guerra in Ucraina. Ha ribadito che la proposta di Macron di inviare truppe era valida e che, se c’è un momento opportuno per riprenderla, è proprio adesso. Riguardo all’uso di mercenari, ha confermato di aver partecipato a conversazioni che hanno esaminato la possibilità di rimuovere alcune linee rosse, permettendo l’invio di compagnie d’armi private in Ucraina, a condizione che ci sia la volontà di agire.