In Italia, la situazione sociale e comportamentale in alcune famiglie sta suscitando preoccupazioni. Un caso emblematico è quello di un uomo di Bergamo, attualmente sotto processo, che ha convinto i suoi figli che la loro madre fosse diventata “radioattiva” dopo essersi vaccinata contro il Covid-19. La testimonianza della madre svela una situazione di forte maltrattamento psicologico, con i figli, all’epoca di 10 e 13 anni, che rifiutavano di mangiare con lei, la allontanavano fisicamente e si rifiutavano di entrare in auto insieme.
L’imputato, un padre no-vax, sosteneva che la vaccinazione della madre mettesse i ragazzi a rischio. Secondo le accuse, ha cercato di isolare i figli dalla madre, dicendo loro di non avvicinarsi per almeno 40 giorni dopo il vaccino. Inoltre, il genitore negava l’esistenza del Covid-19 e minimizzava l’importanza della mascherina, causando anche gravi problemi scolastici al figlio maggiore, che è stato bocciato per assenze.
La madre ha riferito di episodi allarmanti in cui il padre somministrava ai figli “acqua magica” mentre negava loro le cure mediche necessarie. Aggiunse che l’ex marito tentava di “assorbire il dolore dei bambini” imponendo le mani su di loro. Nonostante un primo proscioglimento per una presunta “iperprotezione”, la Corte d’Appello ha deciso di riaprirne il caso, considerando la gravità delle circostanze.
La vicenda mette in luce non solo la fragilità delle dinamiche familiari, ma anche l’impatto che le teorie no-vax possono avere sulla salute mentale e fisica dei bambini. Questo episodi richiamano l’attenzione sulla necessità di supportare le famiglie e proteggere i minori da informazioni fuorvianti che possono mettere in pericolo il loro benessere. La situazione è sintomatica di un’epoca in cui la disinformazione e le convinzioni non supportate possono portare a esiti drammatici, sottolineando l’importanza di un’approccio informato alla salute. L’articolo proviene da Blitz Quotidiano e riflette un problema più ampio che richiede attenzione e intervento sociale.