Il governo irlandese si trova in una situazione inusuale: ha un surplus fiscale significativo, derivante da manovre come il recupero di 13 miliardi di euro da Apple. Questa condizione appare strana, specialmente in un contesto europeo segnato dalla crisi economica, con paesi come la Germania e la Gran Bretagna costretti ad aumentare le tasse per cercare di ripristinare le proprie finanze. In contrasto, l’Irlanda gode di una posizione privilegiata, e il governo sta cercando di capire come gestire l’ampia disponibilità di fondi.
Ci sono vari orizzonti possibili per l’uso di questi surplus: il governo può decidere di pagare il debito pubblico o di creare un fondo da utilizzare in momenti futuri di maggiore necessità. Tuttavia, non ci sono particolari necessità per investimenti strutturali, poiché sono stati già effettuati investimenti significativi nel passato in aree quali industria, infrastrutture e welfare. La qualità della vita in Irlanda è elevata e le tasse già basse per la popolazione, che non sente l’esigenza di ulteriori bonus.
Le aliquote fiscali per i redditi personali sono del 20% fino a 35.300 euro e del 40% per i redditi superiori. Inoltre, oltre il 70% degli irlandesi beneficia di esenzioni fiscali che riducono ulteriormente l’impatto delle tasse. Anche per quanto riguarda le aziende, l’aliquota è relativamente bassa, fissata al 12,5%, rendendo l’Irlanda un polo attrattivo per multinazionali e grandi aziende tecnologiche.
Tuttavia, l’Irlanda affronta una problematica significativa nel settore immobiliare: vi è una carenza di abitazioni nelle grandi città, con affitti e mutui in aumento. Il governo potrebbe considerare investimenti nell’edilizia sociale o forme di assistenza per aiutare i cittadini con i pagamenti di mutui. Economisti hanno avvisato il premier Simon Harris dei rischi legati a una spesa pubblica eccessiva, che potrebbe surriscaldare ulteriormente l’economia e riattivare l’inflazione, suggerendo pertanto un approccio cauto nella gestione dei fondi disponibili.