Elly Schlein guida il Partito Democratico (Pd), che ha deciso di non partecipare al voto per l’elezione di due membri del Consiglio di Amministrazione della Rai. Durante un incontro a Montecitorio, Schlein ha affermato che non ci sono motivi per rinnovare il CdA considerato che il Pd già controlla l’azienda. Questa posizione è stata mantenuta dalle opposizioni dall’agosto scorso, insieme alla richiesta di una riforma della governance della Rai. Schlein ha sottolineato la necessità di distanziarsi dalle pratiche di “lottizzazione” che hanno caratterizzato in passato le nomine in Rai.
In questo scenario, le opposizioni sperano di far sentire la propria voce due giorni prima del voto che potrebbe vedere Simona Agnes come presidente del servizio pubblico. Giuseppe Conte, leader del M5S, ha dichiarato che voterebbero per un presidente autorevole, non legato a logiche partitiche. Martedì, Conte ha convocato i suoi parlamentari per discutere la situazione politica e il voto sul CdA, assicurando che il M5S parteciperà e respingendo l’idea di disertare il voto. Campo Marzio, sede del M5S, ha sottolineato l’impegno per una riforma della governance Rai, iniziando dagli Stati Generali del servizio pubblico.
Il contesto politico è teso, con Conte che ha ribadito di non voler sostenere Agnes come presidente, definendo la Rai un servizio pubblico e non una questione privata della destra. Questo contrasto si riflette anche nella partecipazione alla manifestazione contro il ddl Sicurezza, dove Schlein e Conte si sono mostrati in momenti separati, nonostante una recente apparente unità tra i leader del centrosinistra.
Con la decisione del Pd di non votare, si prospetta l’elezione di Alessandro Di Majo e la possibile inclusione di Roberto Natale, ex segretario Usigrai, nel Consiglio, suggerendo un ritorno di nomi a lui affini. La mossa del Pd rappresenterebbe un distacco dal passato, puntando a un rinnovamento e mantenendo promesse fatte agli iscritti e agli elettori. Schlein ha esortato la mobilitazione continua, rievocando una protesta del febbraio 2024 contro quello che definiscono “TeleMeloni”. In quell’occasione, diverse forze di opposizione si unirono, segnalando una nuova alleanza e un impegno collettivo contro la maggioranza.